“Quando il respiro spirituale di una società scompare, la ragione decade“. Così monsignor Luis Argüello, arcivescovo di Valladolid e portavoce della Conferenza episcopale, parla nell’intervista a El Mundo di temi caldi come aborto, eutanasia e comunità Lgbtq+. “La questione dell’aborto non appartiene alla Chiesa: ci sono molti argomenti scientifici per poter dire che nel grembo di una donna c’è una vita diversa da lei. O che parlare del diritto di decidere sul proprio corpo non è fallace a causa della fede, ma a causa della scienza. O che una relazione che ha la capacità di generare vita non può essere chiamata allo stesso modo di una che non ce l’ha. O che di fronte alla drammatica realtà della sofferenza, la morte non può essere offerta come soluzione: annullare il sofferente per risolvere la sua sofferenza“.
Sono queste questioni su cui Luis Argüello ha peraltro discusso con fatica col presidente spagnolo Pedro Sanchez e il premier Félix Bolaños, durante un loro incontro. “Nonostante la nostra disponibilità al dialogo, si è rivelato impossibile dialogare con loro sulle questioni relative alla famiglia, all’istruzione o allo stato sociale, tranne che sulla questione della migrazione, per la quale il governo ha chiesto la nostra collaborazione in tempi di crisi“. Ma sono anche questioni che hanno un peso nella crisi vocazionale che si sta registrando in Spagna. “Possiamo rispondere solo con un approccio generale alla vita come vocazione, per uomini e donne. Con un’ulteriore difficoltà culturale: è difficile sostenere che i sacerdoti sono solo uomini in una società che ha annullato la differenza sessuale“.
“RAPPORTO TRA FEDE E IDEOLOGIA SEMPRE PROBLEMATICO”
Giurista di formazione, Luis Argüello è stato la voce della Chiesa spagnola nella fase delicata della pandemia e della polarizzazione politica. In passato fu attivo nei movimenti antifranchisti. “Ho percepito che la grande sfida per la rivoluzione che sognavo aveva più a che fare con la trasformazione personale che con il cambiamento delle strutture. E poi la mia esperienza di vita lo ha confermato. Ma mi rende particolarmente sensibile a non lasciarmi trasportare dalla semplificazione tra destra e sinistra, neoliberismo e progressismo“, ha spiegato Luis Argüello a El Mundo. La crescente disillusione in alcuni ambienti cattolici nei confronti della democrazia liberale non lo preoccupa.
“Il rapporto tra fede e ideologia è sempre problematico. Ma la fede in Gesù Cristo, che è il Figlio di Dio fatto carne, è anche una fede molto materialista, amante del reale. (..) E la fede cristiana deve lasciar parlare il reale. Dobbiamo avere l’umiltà di lasciare che la realtà smonti la nostra ideologia“. Registra invece una “ricca esplosione di movimenti con una caratteristica comune: che in essi c’è come un’immagine di tutta la Chiesa“.
“PAPA FRANCESCO? PER EUROPEI DIFFICILE CAPIRLO”
A quei spagnoli che vedono Papa Francesco come un uomo di sinistra Luis Argüello risponde che “da quando abbiamo avuto papi non italiani, abbiamo scoperto che ogni Papa offre la sua storia“. Bergoglio, dunque, “è il papa che viene da una megalopoli del sud, circondata da una corona di spine di baraccopoli. Ognuno porta la sua esperienza alla Chiesa cattolica nel suo complesso. Sento che noi europei facciamo fatica a capire chi proviene da una diocesi unica come quella della Grande Buenos Aires“. Dalla sinistra all’estrema destra, perché El Mundo gli chiede anche se Vox sia il partito spagnolo più in linea con la dottrina della Chiesa.
“Riconosco che Vox ha dei postulati che possono essere riconosciuti nella dottrina della Chiesa su questioni legate all’antropologia e alla famiglia. Ma la Chiesa stessa lega indissolubilmente questi postulati a una proposta lavorativa, economica e politica. La divisione stereotipata tra destra e sinistra può portare a essere fedeli alla Chiesa nelle questioni che riguardano la vita e infedeli in quelle che riguardano il portafoglio“. Questo è il motivo per il quale la Chiesa non si riconosce in nessun partito. “Essere, amare e fare non possono essere separati: i tre pilastri fondamentali di ciò che è umano”.
“ABUSI? FENOMENO NON ECCLESIASTICO”
Nel frattempo procede l’audit sugli abusi sessuali commissionato dalla Chiesa allo studio legale Cremades & Calvo Sotelo, che elaborerà un rapporto. “Per quanto riguarda i nostri dati, pubblicati nelle due conferenze stampa tenute dal Mediatore, si tratta di centinaia di casi: 506 casi al 31 dicembre dello scorso anno“, ha dichiarato Luis Argüello a El Mundo. L’80% di questi è antecedente al 1980, la maggior parte confinata nella realtà dei colleghi religiosi. “Vogliamo avvicinarci il più possibile alla verità, se possibile con nomi e cognomi, e studiare i casi che si sono verificati in questo secolo, per scoprire dove i protocolli possono aver fallito“, ha assicurato Luis Argüello.
Inoltre, è stato elaborato un nuovo piano di formazione nei seminari, con attenzione particolare alla dimensione psicologica e affettiva. “Ma i rapporti della Procura sulla pedofilia dimostrano ostinatamente che non si tratta di un fenomeno ecclesiastico, perché il numero di chierici accusati rispetto al problema generale degli abusi è minimo“.