L’APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DELPINI: “BASTA BOMBE, LA PACE È GUARIGIONE”

«Una pace giusta? La pace è una guarigione, non una nostalgia di una favolosa età dell’oro. La pace è una situazione guarita, non un nuovo inizio, senza memoria e senza ferite»: lo dice l’arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini nella lunga intervista all’”Avvenire” in vista dell’inizio della Quaresima e, contemporaneamente, ad un anno ormai dall’inizio della guerra in Ucraina. Rifacendosi agli appelli di pace dettati da Papa Francesco ancora in questi ultimi giorni, l’arcivescovo ripercorre la necessità di placare un conflitto che rischia di trascinare il mondo intero in una spirale di violenze e bombe.



«Come è possibile una “pace giusta”? Più modestamente, se ci sono organismi che ne abbiano le intenzioni e le possibilità, dovrebbero sentirsi spinti a cercare una pace accettabile, una tregua tra le parti in guerra che consenta il tempo e i mezzi per riabilitare i popoli e le autorità, segnati profondamente dal trauma delle guerre. La ragionevolezza deve convincere a decidere: prima di tutto, basta morti! Basta bombe!», ribadisce Delpini nell’accorato appello di pace alle porte della Santa Quaresima verso la Pasqua. Per l’arcivescovo ambrosiano, occorre una tregua al più presto: «Basta soldati all’attacco per uccidere e per morire! Una tregua! Poi si può e si deve discutere e trattare e celebrare tutte le sceneggiate immaginabili di veti e di pugni sul tavolo, di dichiarazioni di intenti e di proclami feroci. Però, anzitutto basta morti, basta bombe! Non so come, quando e in che senso si possa arrivare a una pace giusta. Prima di tutto però basta morti, basta bombe».



L’INVITO DI QUARESIMA DA MONS. DELPINI: “PREGHIERA E DIGIUNO CONTRO LA GUERRA”

Monsignor Delpini chiede a tutta la Diocesi di Milano di dedicare e vivere il tempo di Quaresima per la pace, non solo in Ucraina ma in tutte le parti coinvolte in conflitti a livello mondiale: «Non possiamo rassegnarci alla depressione dell’impotenza perché crediamo in Dio. Non possiamo rassegnarci all’indifferenza perché crediamo nella democrazia. Come sia possibile che persone intelligenti decidano di fare la guerra è un enigma incomprensibile in cui opera lo spirito di Caino. Come sia possibile che si costruisca pazientemente e sapientemente la pace è la speranza di tutti coloro che ritengono che valga la pena di essere uomini e donne. La pace è frutto dello Spirito buono che rende sapienti e forti, capaci di discernimento e intraprendenza. Questo possono fare tutti i credenti e tutti i cittadini: una rivoluzione spirituale. Noi la chiamiamo conversione, la nostra conversione, la conversione di tutti: perciò preghiamo, digiuniamo, pensiamo, parliamo».



L’appello non è solo a “parole” in quanto da domenica 26 febbraio – prima domenica di Quaresima – fino alla Domenica delle Palme del 2 aprile sarà possibile sottoscrivere l’appello per la pace lanciato dall’Arcivescovo a tutta la Diocesi, dal titolo “Noi vogliamo la pace – I popoli vogliono la pace” (tutte le info a questo indirizzo, ndr). Spiega ancora all’Avvenire Mons. Delpini come dall’Ucraina al Congo, dallo Yemen al Medio Oriente, la necessità di pace è ormai un tratto distintivo del nostro tempo: «Propongo che la Quaresima sia vissuta come il tempo della conversione, della penitenza, della preghiera per la pace, come intenzione particolare. Da domenica prossima, ogni mattina inviterò coloro che posso raggiungere con i media diocesani a innalzare al Signore invocazioni di pace: nel mondo, nelle comunità, nelle famiglie, nei cuori».