Nella serata di ieri è stato ospite del programma di Rai Due, Tg2Post, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario del Vaticano per i Rapporti con gli Stati. Mercoledì prossimo Gallagher si recherà a Kiev per un viaggio ovviamente di mediazione, in cui la Santa Sede cercherà di dare il suo apporto concreto per provare a trovare la pace e fare in modo che la guerra fra Ucraina e Russia trovi la parola fine. Monsignor Gallagher, in diretta televisiva sul secondo canale, ha ribadito più volte il fatto che il Papa riconosce il valore di ogni sistema di sicurezza e dunque di difesa, purchè sia una “cosa proporzionata. Il Papa è molto attento – racconta il monsignore – a non entrare in una nuova corsa alle armi” bensì a “lasciare spazio sempre al dialogo e alla discussione per arrivare alla pace”.



Stesso discorso per quanto riguarda l’invio di armi a Kiev: “L’Ucraina – afferma – ha diritto di difendersi” ma è fondamentale evitare una corsa al riarmo, in quanto c’è il rischio che la guerra in corso possa assumere una “dimensione nucleare”. In ogni caso la Santa Sede è disponibile ad ogni tentativo di dialogo “Bisogna cercare soluzioni – dice Gallagher – restando sempre a disposizione della comunità internazionale. La Santa Sede crea spazi di dialogo per favorire una intesa e cercare una soluzione”.



MONSIGNOR GALLAGHER: “IN QUESTA GUERRA FONDAMENTALI I SEGNI DI SOLIDARIETÀ”

E ancora: “Bastano in questa guerra i segni di solidarietà, come i viaggi dei cardinali inviati dal Papa in Ucraina o l’accoglienza delle mogli dei comandanti del battaglione Azov in Piazza San Pietro? Non bastano ma sono un gesto importante per offrire “incoraggiamento e speranza” da parte di un “Papa maestro del gesto” che “ha una grande sensibilità per le sofferenze dell’umanità e vuole comunicare queste sofferenze al mondo intero”.

Impossibile non parlare dei rapporti ecumenici con il Patriarca di Mosca Kirill e la Chiesa ortodossa. “È innegabile una dimensione religiosa in questo conflitto”, dice ancora Gallagher, sottolineando un clima di tensione nelle Chiese ortodosse in quanto difficile prendere una posizione diversa da quella di Mosca. “Per il Papa – spiega monsignor Gallagher – il dialogo ecumenico è una priorità, anche se in questo momento l’incontro con il patriarca Kirill non appare opportuno perché non ci sono le condizioni giuste . Ma il dialogo andrà avanti”.