Monsignor Angelo Giurdanella, vescovo di Mazara del Vallo, commenta la notizia della cattura di Matteo Messina Denaro. “La criminalità mafiosa si sconfigge se l’impegno diventa corale” ammonisce monsignor Giurdanella, intervistato dal quotidiano Avvenire. “L’arresto di Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza, ci invita tutti a non abbassare la guardia nella lotta alla mafia” ricorda il vescovo, e sottolinea come “l’ultimo documento delle Chiese di Sicilia dal titolo ‘Convertitevi’ riafferma l’assoluta incompatibilità tra mafia e Vangelo, tra mafiosi e Chiesa”.
Monsignor Giurdanella evidenzia infatti che in tale documento “la mafia si configura non solo come un gravissimo reato, ma anche ‘come un disastroso deficit culturale e, di conseguenza, come un clamoroso tradimento della storia siciliana’”. E invoca un “impegno concreto a raccogliere le sfide educative che questo tempo richiede, per percorrere sentieri di pace e di legalità”. Per Monsignor Angelo Giurdanella “quando si dice mafia non bisogna individuarla solamente nel boss. Ma anche nelle coperture di cui gode, come successo anche per Matteo Messina Denaro” e per agire con concretezza “mi sento di dire che noi dobbiamo combattere l’omertà, la sfiducia attraverso le testimonianze vere”.
Monsignor Giurdanella: “sono grato a chi diffonde Vangelo arginando mentalità mafiosa”
Monsignor Angelo Giurdanella è vescovo di Mazara del Vallo, una diocesi che comprende anche Castelvetrano, la città natale di Matteo Messina Denaro, e Campobello di Mazara, il luogo dove sono stati individuati i due covi del boss. E proprio a queste due comunità il vescovo esprime “gratitudine a chi è in prima linea impegnato ad arginare una mentalità mafiosa e spargere semi di Vangelo attraverso una missione educativa, come i presbiteri, gli insegnanti, gli operatori pastorali, le famiglie, la scuola”.
Sentito dal quotidiano Avvenire, monsignor Giurdanella spiega che “i giovani hanno bisogno di essere ascoltati e non giudicati, coinvolti e non assistiti. Bisogna prenderli sul serio e non ‘snobbarli’, proponendo loro mete alte, accompagnati con sapienza e pazienza”. Ricordando che bisogna sempre dire “la verità, indicando percorsi possibili, convincenti e affascinanti. A loro bisogna testimoniare stili di vita coerenti”. Monsignor Giurdanella sottolinea anche che “la mafia ha i ‘padrini’ ma noi dobbiamo sostituirli col Padre che ci fa crescere nella dignità di figli e nella responsabilità di fratelli”.