La pace nel mondo si può (e si deve) trovare riscoprendo quegli insegnamenti spesso dimenticati del Vangelo: questo è il messaggio che ci tiene a lanciare monsignor Vincenzo Paglia – già presidente della Pontificia Accademia per la vita – dal palco del Meeting di Rimini 2024, riassunto anche in un’intervista rilasciata ai microfoni di Vatican News poco prima del talk “Percorsi di pace” che ha tenuto all’evento riminese nella giornata di oggi.



“Quello che manca oggi al mondo – spiega immediatamente monsignor Paglia nella sua intervista – è la visione: ciascun paese e anche ciascun individuo spesso sono ripiegati su sé stessi” e anche se il mondo si è ormai quasi interamente globalizzato ogni persona sembra più interessata “alla ricerca e alla difesa dei propri interessi o percorsi individuali”. È proprio in quest’ottica che muove l’enciclica Laudato sì di Papa Francesco che ci invita ad essere “un’unica famiglia di tanti popoli” nel segno di una “fraternità universale” che può diventare la chiave “per la pace”.



Lo stesso pontefice parla di una “guerra mondiale a pezzi“, ma secondo monsignor Paglia la realtà è che “il mondo (..) lo stiamo già sgretolando con tragedie inimmaginabili” come le altre 57 guerra di cui nessuno parla mentre guarda all’Ucraina o a Gaza; e l’unico antidoto è “una conversione spirituale, capire che noi abbiamo la responsabilità di tutti” e non solo del nostro piccolo giardino.

Monsignor Vincenzo Paglia: “Riscoprire il Vangelo ci può portare verso la pace”

La pace – d’altronde – secondo monsignor Paglia è una cosa che “tutti possiamo fare”, perché pur non avendo peso sulla scacchiera geopolitica “possiamo pregare [e] collaborare con i tanti che si impegnano per favorire la pace o anche la solidarietà”; ma per farlo è necessario mettere da parte quello che Giuseppe De Rita chiama “egolatria”, ovvero “il culto dell’io sul cui altare si sacrificano anche gli affetti più cari”.



Secondo monsignor Paglia – in altre parole – “dobbiamo passare da questo individualismo distruttivo a un ‘noi’ fraterno” sia attraverso l’unione (imprescindibile) di “tutte le Chiese, non solo quelle cattoliche; sia attraverso la riscoperta degli insegnamenti del “Vangelo, che ci dice che tutto è possibile” abbracciando “la responsabilità di cambiare la realtà” come fece Gesù: “Riprendiamo a leggere il Vangelo ogni giorno – conclude -, accogliendolo davvero e quella tensione interiore diventerà realtà storica di cambiamento“.