Monsignor Domenico Battaglia, 57 anni, originario di Satriano in provincia di Catanzaro, è il nuovo arcivescovo di Napoli. Subentra al cardinale Crescenzio Sepe, 77 anni, alla guida della diocesi partenopea dal 2006. L’annuncio è stato dato oggi alle 12 in contemporanea dalla Sala Stampa vaticana e dalla Curia napoletana. Nominato da Papa Francesco vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata il 24 giugno 2016, monsignor Battaglia viene descritto come un “prete di strada”, il “prete degli ultimi” visto che nella sua attività pastorale ha sempre mostrato di avere una particolare attenzione nei confronti dei più deboli e degli emarginati. Come riportato da Avvenire, monsignor Battaglia ha compiuto gli studi filosofico-teologici nel Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro ed è stato ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988 da Antonio Cantisani, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, a Satriano nella Chiesa di Santa Maria di Altavilla. Dal 1989 al 1992 è stato rettore del Seminario liceale di Catanzaro e della Commissione diocesana “Giustizia e Pace”. Fino al 1999 ha ricoperto i ruoli di di amministratore parrocchiale a Sant’Elia, parroco della Madonna del Carmine a Catanzaro, direttore dell’Ufficio diocesano per la “Cooperazione Missionaria tra le Chiese”, parroco a Satriano.



MONSIGNOR BATTAGLIA NUOVO ARCIVESCOVO DI NAPOLI

Se è vero che la nomina ad arcivescovo di Napoli rappresenta una gioia per la comunità di fedeli partenopea, allo stesso tempo è vero che esiste una punta di nostalgia per un’epoca che si chiude: quella del cardinale Sepe. Ed anche a lui si è rivolto “don Mimmo Battaglia” – così si firma – nel suo primo messaggio alla diocesi, esprimendo “profondo senso di gratitudine” per papa Francesco e ringraziando il cardinale Sepe per “la familiarità, la paternità, l’attenzione alla carità che hanno caratterizzato il suo ministero“. Monsignor Battaglia ha scritto: “Vengo con cuore aperto, specialmente verso coloro che sono i feriti della vita, verso tutti i cercatori di Dio e verso tutti quelli che Dio cerca, vengo verso i promotori del bene, della giustizia e della legalità. Vengo come un viandante che desidera camminarvi accanto, convinto che solo insieme possiamo seguire l’unico Maestro e Pastore, Gesù, Signore della vita e della storia! A Lui dovranno ispirarsi i nostri criteri, i piani pastorali, le scelte concrete, i comportamenti quotidiani. Gesù ci invita ad abitare una Chiesa che esce dai suoi sacri recinti per mettersi al servizio del territorio, a partire dagli ultimi. Una Chiesa dunque dove non si celebrano solo dei riti ma la vita e le speranze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Su questa strada cercheremo di essere insieme artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza“.

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