“Adam Ondra è il miglior scalatore del mondo e non ne nascerà mai più uno come lui”. Lo scrive più volte Pietro Dal Pra nel suo Adam the Climber (Versante Sud, 2023) che al Trento Film Festival 2024 ha appena vinto il premio Itas per il miglior libro di “Alpinismo e sport di montagna”. E lo hanno ripetuto tante volte, davanti a migliaia di spettatori, gli speaker delle gare di arrampicata. Un bel libro, soprattutto ben scritto, e con varie sezioni scritte da Adam medesimo. Dal Pra ha arrampicato tante volte con Adam, assicurandolo anche su pareti di difficoltà pazzesca, e ogni volta è rimasto stupefatto dalla sua capacità di salire veloce e leggero, senza mai fermarsi un attimo sugli appigli, su vie mai viste prima. “Sembra un aereo quando arrampica, vola sulla roccia”.



Il libro è una lunga cronaca del successo annunciato di un bambino prodigio, senza colpi di scena, ma ammaliante nelle descrizioni del personaggio – timido, intelligente, simpatico – e delle situazioni. Adam Ondra è nato nel 1993 a Brno, nella Repubblica Ceca, da genitori a loro volta grandi amanti dell’arrampicata e della libertà che questa gli aveva dato negli anni dell’oppressivo regime sovietico. Adam impara di fatto a camminare e a scalare nello stesso tempo, e impara a leggere sulle guide di arrampicata. Ha due pelouche, un cane e un maialino, e per loro costruirà sui muri di casa dei percorsi di arrampicata, il cagnolino lo farà arrivare al massimo delle difficoltà, il maialino appena un po’ meno… Se li è sempre portati nello zaino, e li porta sempre. A proposito di zaino, Dal Pra racconta che quando andarono su vie strapiombanti per centinaia di metri in Madagascar lui aveva 39 anni e Adam 17: ebbene, “se gli succede qualcosa lo metto nello zaino e lo porto giù, come mi disse una volta Renato Casarotto quando io ero bambino”. Un bel passaggio di testimone tra generazioni di alpinisti.



Ondra già a 14 anni è uno dei migliori del mondo, e in pochi anni diventerà il migliore. Ogni volta che arriva alla base di una parete, tiene per un po’ le mani sulla roccia che gli trasmette chissà quali sensazioni. Poi sale rapidissimo, senza un secondo di ripensamento. Adam Ondra è stato il primo scalatore al mondo (oggi ce ne sono forse un altro paio), che nel 2017 riuscì a scalare in arrampicata libera il grado 9c nella grotta di Flatanger, in un remoto fiordo norvegese. Cos’è il 9c? Per intenderci, nella vecchia scala delle difficoltà che una volta si fermava all’“insuperabile” sesto grado, equivale a un dodicesimo grado superiore. Come dire, arrampicarsi sul soffitto di casa. In effetti, Flatanger è un “tetto” strapiombante di 45 metri, e la via Silence di Adam ha il passaggio chiave a metà in cui per alcuni metri deve stare incastrato con i piedi dentro alla roccia e a testa in giù.



E non è solo un acrobata da falesia o da palestra di gara, Adam Ondra. Già, perché non solo nel frattempo si è laureato e sposato con la forte arrampicatrice Iva Vejmolova (è anche nato Hugo). Ma è uno scalatore totale: a tutt’oggi è l’unico ad aver salito in libera, dopo i due apritori della via, la mitica Dawn Wall su El Capitan in California, quasi mille metri verticali o strapiombanti di muro liscio senza fessure, ritenuta la scalata più difficile del mondo. Riuscirà Ondra, che ora ha 31 anni, a innalzare ancora il grado di difficoltà? A quei livelli, scrive Dal Pra, un + in un grado di arrampicata è come limare un centesimo di secondo nel record del mondo dei 100 metri… Oppure, tanto per restare tra alpinismo e atletica, come scrive nella sua bella prefazione Erri De Luca, “il 9c di Ondra a Flatanger è come il record di 2,45 di Sotomayor nel salto in alto, quando mai sarà battuto?”. Forse solo da Adam stesso.

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