L’uscita di domenica del direttore del “Fatto Quotidiano” contro il Premier Draghi alla festa di Articolo 1 fa ancora discutere, specie perché nel “coro” di indignazione contro Marco Travaglio si stagliano in contrapposizione due protagonisti della cultura e politica che invece difendono quel “Draghi figlio di papà che non capisce un c…” pronunciato dal giornalista “contiano”. In primis è Tomaso Montanari, storico dell’arte e Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, a scaldare gli animi con tweet al vetriolo (e non è una novità) contro Draghi, Renzi e pure contro il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto.



Andiamo però in ordine e comincio dalla mera difesa di Travaglio avanzata da chi spesso è ospite del “Fatto Quotidiano”: «#figliodipapà loc.s.m. giovane favorito dalla ricchezza e dalla posizione sociale della famiglia», scrive sui social il docente di sinistra. Davanti alla pletora di ingiurie e contestazioni subite dopo essersi “schierato” contro Draghi, arriva un secondo tweet al veleno questa volta contro Matteo Renzi: «Ora ho capito! Nella falange saudita ogni riferimento al papà (a’ i’ babbo!) è presa come un insulto, a prescindere. Ci deve essere qualche babbo (pardon, qualche coda) di paglia… #figliodipapa». Davanti ad altre polemiche per i suoi tweet, Montanari conclude «Ma veramente siete così in malafede da non capire che è un giudizio sociale, e non un commento sulla biografia familiare? Ma davvero non pensa che chi va a scuola privata dai gesuiti in classe con Montezemolo sia, socialmente, un figlio di papà».



LERNER, MONTANARI E LA QUERELA DI CROSETTO

Qui cominciano i botta e risposta, a cominciare dalla lite tra lo storico dell’arte e il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: il politico Pd sostiene, «io sono figlio di un camionista e di una operaia. Verrò giudicato in base a come amministro la regione Emilia-Romagna o per la famiglia in cui sono cresciuto (e della quale vado orgoglioso)? Roba da matti». Replica immediato Montanari, sempre al vetriolo: «Le sfugge (come alla dirigenza del suo partito) che esiste un conflitto di classe, dall’alto contro il basso. Che i ricchi non vogliono le stesse cose dei poveri. E che questo governo oligarchico è espressione dei ricchi. La visione di #Draghi è frutto della sua biografia». Gli dà anche del semi-fascista, ma nulla a confronto di quello che succede poco dopo con Crosetto: «Lei vuole la guerra sociale, vuole lo scontro fisico violento, vuole la rivoluzione nelle strade e nelle piazze. Ogni sua parola è benzina buttata perché produca devastazione ed incendi. Lei è una persona pericolosa che odia e vuole far crescere l’odio. In un momento così è grave», scrive l’ex parlamentare, ricevendo in risposta un nuovo attacco da Montanari, «non rispondo a un fascista mercante d’armi che mi dà del terrorista». Laconico e netto la contro risposta di Crosetto che prepara a nuovi capitoli futuri, «Facciamolo in tribunale». Non si arriva alle querele, ma il post di Gad Lerner (giornalista del Fatto) vede un ulteriore schierarsi a favore di Marco Travaglio e contro invece il Presidente del Consiglio: «Che Mario Draghi abbia un profilo tecnocratico-padronale è all’evidenza di tutti. E risalta nello zelo degli adulatori di ogni risma che si fingono indignati con Marco Travaglio. Li ringrazio perché oggi mi fanno sentire ancor più contento di scrivere sul @fattoquotidiano».