Un insulto, neanche troppo velato, su Twitter ha sconvolto la città di Firenze e in generale il mondo dell’arte e della cultura italiana nei giorni tristi per la morte di Franco Zeffirelli: il protagonista incauto è Tomaso Montanari, critico d’arte, professore a Siena e “antifascista sempre” come rivendica nei suoi blog sul Fatto Quotidiano e su Il Venerdì di Repubblica. In pratica il giorno in cui il regista toscano è scomparso dopo una lunghissima malattia, il Montanari con una larghissima critica contro le odi che si stavano tessendo per il grande regista di “Gesù di Nazareth” attacca «Si può dire che il #maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen». Oggi, dopo i funerali e il lutto cittadino a Firenze per Zeffirelli, le risposte alle polemiche fuoriluogo sollevate da Montanari sono giunte tanto dalla politica – con l’ex Sottosegretario Pd Gabriele Toccafondi – quanto dal mondo dell’arte, con un post al livore di Vittorio Sgarbi del tutto schierato a fianco del regista scomparso.



LA REPLICA DI SGARBI AGLI INSULTI DI MONTANARI

Per Toccafondi quanto scritto da Montanari il giorno della morte di Zeffirelli è inqualificabile «questo sarebbe un uomo di “cultura”, appena nominato nel consiglio degli Uffizi dal Ministro Bonisoli che adesso spero ci ripensi e nomini un’altra persona! Chi definisce Zeffirelli, proprio nel giorno della scomparsa, un “insopportabile mediocre”, Oriana Fallaci “orrenda” e la “Firenzina genuflessa in lutto” – spiega ancora il parlamentare Pd – può essere consulente per la cultura di un Sindaco o rappresentare un Ministero in un museo nazionale o addirittura essere indicato come Ministro? Spero di no». Ma a caricare le munizioni contro il post del critico d’arte nominato da Bonisoli ci pensa un suo collega illustre, come Vittorio Sgarbi che dal suo account su Facebook non risparmia alcuna critica: «Gli sciacalli sul corpo di Zeffirelli. Che un modesto critico d’arte, adiposo, di cui non si conosce nulla di originale, e non seducente neanche come divulgatore, chiami Oriana Fallaci “orrenda”, e approfitti della morte di Zeffirelli per fare lo spiritoso e il bastian contrario, dà la misura di una deficienza critica e di una presunta superiorità che è solo un atto di vigliaccheria. Se solo non ti accomodi, con il coraggio di Zeffirelli, al pensiero unico, c’è sempre qualcuno che cerca di liquidarti con il disprezzo». Secondo Sgarbi, la conformità del linguaggio artistico utilizzato e del temperamento stesso di Zeffirelli ha portato al successo e alla stima di tutto il mondo per il grande regista di opera lirica «convivente con uno scenografo allenato da Luchino Visconti.  La valutazione liquidatoria, in questo momento, è solo una forma di esibizionismo, nella speranza che qualcuno si accorga di te perché non hai partecipato all’universale compianto “in lutto o in orbace”.  La verità degli uomini non si misura con un aggettivo assassino. “Parce sepultis”, che spesso sono più vivi dei loro critici in agonia».



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