Il gruppo Montedison fu uno dei più grandi affari condotti, sapientemente, da Raul Gardini, con l’aiuto del patrimonio finanziario di Serafino Ferruzzi. Una storia partita quasi per caso, dalle pressioni di Mediobanca sull’imprenditore, e finita in uno dei peggiori modi possibili, ovvero con il processo Mani Pulite, che vide nella ex Montecatini un modo per riciclare denaro destinato alle tangenti per alcuni politici di spicco italiani.
La Montedison ha una lunga storia, a tratti anche complessa, che affonda le sue radici nel 1966, dalla fusione dell’azienda chimica Montecatini con il gruppo di energia idroelettrica Edison. L’affare avvenne grazie ad alcuni indennizzi da parte dello Stato ottenuti grazie all’esproprio di impianti produttivi per la costruzione di Eni. Proprio lo Stato italiano fu il primo, importante, proprietario dell’azienda, con una quota del 20%, e che alcuni dopo affidò la guida dell’azienda a Eugenio Cefis, già Presiendente di Eni. Seguirono alcuni anni tumultuosi in Montedison, che portarono Cefis a lasciarne la guida, a favore di Agnelli, Pirelli, Bonomi e Orlando, che di fatto privatizzarono l’azienda dopo gli anni di gestione statale, ma anche di accesi diverbi tra gli azionisti che favorirono la scalata di Raul Gardini.
La Montedison di Raul Gardini e il processo Mani Pulite
Insomma, Raul Gardini ebbe fiuto per gli affari e, appresi i tumulti interni a Montedison, ne approfittò per iniziare la sua scalata verso la gestione. Con una mossa sapiente riuscì ad ottenere il 40% dell’azienda, diventandone (a nome di Ferruzzi) il principale azionista. Seguirono alcuni anni di gestione da parte del gruppo Ferruzzi, che realizzarono, nel 1988, una chimera delle industrie, ovvero una alleanza tra privato e pubblico.
Nacque così, grazie a Raul Gardini, la Enimont, dalla fusione tra Montedison e Eni (società pubblica), con una ripartizione del 40% ad azionista, ed un 20% fluttuante. Lo Stato, però, cercò di ottenere quel 20% aggiuntivo, facendo sì che Gardini si ritirasse dalla gestione della Enimont, vendendo il suo pacchetto ad Eni. Scoppiò, in quegli anni di rottura, lo scandalo Mani Pulite, che indagò alcune tangenti che, attraverso Enimont, finirono nelle tasche di politici di spicco. Contestualmente, iniziò anche un decennio complicato per la Montedison, che aveva ormai una situazione debitoria quasi insanabile che la portò sull’orlo del fallimento. Così, Ferruzzi uscì dalla gestione, dando il via ad anni ancora più complicati di compravendita dei pacchetti azionari da parte di banche ed industriali italiani che portarono all’accorpamento dell’azienda con Fiat Energia, Falck, Sondel ed Edison, che diede vita al gruppo Edison S.p.A.