Stanno facendo discutere le parole di Riccardo Montolivo dopo l’addio al Milan, con l’ormai ex capitano rossonero che si è sfogato sui social network. Anche il giornalista Carlo Laudisa ha commentato: «Il triste addio di Montolivo al Milan. Un amore lungo 7 anni, una fascia tolta per strada e un crudele mobbing. La sua dignità e la pochezza di chi l’ha emarginato. Basso impero rossonero». E i tifosi del Diavolo si sono spaccati sul centrocampista di Caravaggio, tra chi lo attacca per lo scarso rendimento e chi invece ne elogia il grande impegno e l’attaccamento: «Personalmente non mi è mai stato simpatico, quindi, sono contento che la sua avventura in rossonero sia finita. È durato anche troppo…», «Devo dire che il messaggio di Montolivo è dignitoso e fa una figura decisamente migliore di Bertolaus. Ora, bene che sia finita che è cominciata male e proseguita peggio. Per me Monto non era scarso come si dice. Sono curioso di scoprire cosa è successo», «Nel giorno in cui Montolivo lascia il Milan, dopo aver preso soldi senza mai giocare, Redondo festeggia i suoi 50 anni. Al di là delle differenze sul piano tecnico, mi piace ricordare quelle a livello umano. Non a caso al secondo, lo chiamavano il Principe». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RICCARDO MONTOLIVO, ADDIO AL VELENO AL MILAN
Stonehenge, l’assassino di Kennedy e Riccardo Montolivocentrocampista 34enne ha lanciato un video di saluto e addio ai tifosi del Milan, con parole di miele per loro e tante polemiche “accennate” contro la società: senza far nomi, senza attribuire colpe particolari, Montolivo si toglie qualche piccolo sassolino ma ancora non si intuisce quale possa essere stato il vero motivo di questo lunghissimo “silenzio stampa” e soprattutto “assenza” dal campo di gioco. Ricky se ne va dal Milan dopo 7 stagioni di cui 4 da capitano della società rossonera: uno dei pilastri del centrocampo prima di Allegri, poi di Seedorf, Inzaghi e Montella. Poi è arrivato Gattuso ma soprattutto sono cambiati i piani in società e qualche litigio di troppo – mai venuto fuori realmente – ha portato Montolivo prima fuori rosa e poi quest’anno reintegrato ma senza fare un solo minuto ufficiale in maglia Milan. Dello scorso aprile 2018 l’ultima partita, con l’Udinese, addirittura in autunno 2017 l’ultimo gol in maglia rossonera nella sconfitta per 4-1 contro la Lazio a Roma: «7 stagioni con questa gloriosa maglia….4 anni con la fascia di Capitano al braccio. Poi…Mi hanno tolto la fascia e non ho fiatato… non ho potuto fare 1 solo minuto in campo e non ho fiatato…non ho avuto la possibilità di salutarvi nel mio stadio e non ho fiatato», scrive su Instagram l’ex golden boy del centrocampo di Milan e Nazionale.
L’ADDIO AMARO DI MONTOLIVO E QUEGLI STRANI SILENZI
Se ne va colui che era giunto in casa rossonera per sostituire Andrea Pirlo, che avrebbe dovuto dare le geometrie giuste al centrocampo e consentire un ricambio generazionale nella mediana di una delle squadre più gloriose al mondo. Poi però è arrivato il declino del Milan di Berlusconi, l’avvento dei cinesi, il mezzo disastro e le “pezze” che il Fondo Elliott stanno provando a mettere da un anno a questa parte: su tutto però, con Montolivo, cambia forse l’intera sua storia in casa Milan con l’arrivo di Bonucci due estati fa e la conseguente migrazione della fascia di capitano (ereditata da Ambrosini, l’ultimo erede del Milan degli Invincibili) da Montolivo verso l’ex juventino. Lì qualcosa si rompe tra società e il ragazzo bergamasco: il n.18 continua a giocare anche se da riserva, essendo arrivato Biglia alla corte di Montella. Causa forti infortuni, resta poi a mezzo servizio per tutta la stagione e l’inizio di quella successiva, la seconda dell’era Gattuso. Qui arrivano le tribune, il fuorirosa, il reintegro e le panchine ma Montolivo non mette più un piede in campo neanche per sbaglio, nonostante i tanti infortuni che hanno affollato il centrocampo rossonero quest’anno (Bakayoko, Biglia, Kessié, Bonaventura e Calhanoglu). «Tutto questo fiato risparmiato lo uso per urlare GRAZIE TIFOSI ROSSONERI, grazie da un Capitano e un uomo ferito, ma che continuerà ad andare a testa alta, consapevole di aver fatto sempre ed in ogni ambito il proprio dovere da professionista. Le ferite si cicatrizzano, l’amore per la maglia rimane per sempre…FORZA MILAN», conclude polemicamente l’ormai ex rossonero, che ha preso 4 milioni di euro fino ad oggi senza però esser stato rinnovato nel contratto. Una fine logica per un mistero ancora senza verità reale: un giorno, forse, Stonehenge e l’assassino di Kennedy saranno gli unici due misteri a rimanere insonsabili..