Sta facendo (non poco) discutere la scelta di un oratorio parrocchiale alle porte di Monza – precisamente il Pier Giovanni Frassati nel piccolo comune di Cederna – che in questi ultimi giorni di lavori prima della ripresa delle lezioni scolastiche ha deciso di avviare un singolare progetto per insegnare le preghiere islamiche ai piccoli di origini musulmane che ne fanno richiesta: l’idea è nata all’educatore responsabile dell’oratorio Davide Forte che per l’occasione ha coinvolto anche la vicepresidente del Centro islamico locale Tahany Shahin.
Spiegando l’idea alla base del suo progetto, l’educatore – citato da Il Giorno – ha sottolineato che l’idea di insegnare le preghiere islamiche nasce dalla volontà di rendere l’oratorio “una casa di accoglienza per tutti” e – soprattutto – per quei “circa 40 bambini e ragazzi musulmani” che frequentano i suoi corsi mentre i genitori sono al lavoro; mentre ha anche spiegato che le ‘lezioni’ si tengono “una volta a settimana, per un’ora” con la collega Shahin che insegna ai piccoli “come pregare in maniera corretta, anche in senso fisico, il significato delle preghiere e passi del Corano”.
Insomma, dietro all’idea di insegnare ai musulmani la loro stessa cultura nel centro parrocchiale di Monza ci sarebbe la volontà – e questa volta citiamo la stessa Shahin – di dare seguito ad una certa idea di “inclusione“, cercando di trasmettere “ai bambini i precetti religiosi e il corretto modo di pregare, per far vivere loro in maniera più autentica la dimensione religiosa”.
Le critiche di Mario Giordano: “Insegnare preghiere islamiche come a Monza è sottomissione”
Ma nonostante quelle che possono essere definite anche buone intenzioni da parte dell’educatore monzese, non sono mancate le critiche come nel caso del giornalista Mario Giordano che in un video diffuso sui social (lo trovate in calce a questo articolo) si dice “preoccupato” dall’idea che un centro parrocchiale venga “trasformato in una moschea“; chiedendosi in particolare cosa succederebbe nel caso in cui “un prete cattolico [chiedesse] di fare una preghiera cattolica in una moschea di un paese arabo”.
Similmente, più che insegnare le preghiere islamiche in un oratorio – secondo Mario Giordano – sarebbe meglio “insegnare le preghiere cattoliche, le tradizioni, la fede dei nostri padre e nonni, i valori della tradizione su cui è costruita la nostra civiltà” a coloro che cercano di integrarsi; perché altrimenti il risultato è che “noi cancelliamo noi stessi, ci vergogniamo della nostra cultura e la abbattiamo, distruggiamo i nostri valori” e – quasi inevitabilmente – arriviamo alla “sottomissione ad una cultura che è lontanissima da noi“.