Dopo il Fmi e soprattutto la Commissione Ue – con l’avvio della procedura d’infrazione contro il nostro Paese – una terza “stangata” ai conti pubblici italiani arriva da Moody’s, l’agenzia di rating internazionale dopo la diffusione di un report esclusivo sulla situazione dell’Italia. «Il debito pubblico dell’Italia continuerà a salire nei prossimi anni e l’obiettivi del Governo Conte di un deficit al 2,1% del Pil per quest’anno manca di credibilità». Non usano mezzi termini a Moody’s, e non è la prima volta dall’inizio del Governo Lega-M5s, ma ora la morsa si stringe a livello internazionale sulla situazione del debito italiano visto come il vero pericolo all’Eurozona dopo il caos Brexit: l’agenzia Usa che stila pagelle sui rating dei Paesi mondiali allarma l’Italia specie sulla Flat Tax che rischia di pesare sui conti italiani per circa 30 miliardi. Il messaggio di sostanza di Moody’s è netto e dirimente: non sarà la procedura d’infrazione ad avere una conseguenza letale sull’Italia bensì è la reazione dei mercati cui bisognerà guardare ancor più delle sanzioni politico-economiche di Bruxelles.
LA STANGATA DI MOODY’S CONTRO IL GOVERNO
«Il deficit quest’anno sarà al 2,6% e il prossimo al 2,7%. Consideriamo la legge di bilancio 2020 un importante passaggio per valutare l’affidabilità creditizia dell’Italia», scrive ancora Moody’s nel suo report sulla situazione italiana, non prima di avvertire di tutti i rischi che il Governo Lega-M5s potrebbe prendere avanzando la proposta dei minibot, come impostato da una mozione parlamentare approvata alla Camera all’unanimità (salvo poi la sconfessione del Pd in merito, ndr) «sarebbero un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e la preparazione dell’uscita dell’Italia dall’Eurozona. Il semplice fatto che la proposta sia tornata alla ribalta è credit negative» e potrebbe dunque essere motivo di rating col segno meno per il prossimo giudizio Moody’s del 6 settembre prossimo.