Una marcia per dire “no” alla guerra, da Arezzo al borgo medievale di Rondine. Sono loro i tremila ragazzi parte di “YouTopic Fest”, il festival internazionale sul conflitto che quest’anno ha come focus il doore e la fragilità. Tra loro c’è Shasika Weerasinghe, che ad Avvenire racconta: “Nessuna guerra ha prodotto un beneficio maggiore della sofferenza che ha causato. L’impotenza del singolo crea una sensazione di angoscia, ma vogliamo dire a tutti, a cominciare dai potenti, che va messo da parte l’orgoglio che non vale nemmeno una vita”.



Davanti a una parte di quei ragazzi, nel pomeriggio il cardinale Matteo Zuppi e il sottosegretario generale dell’Onu, Miguel Ángel Moratinos, si incontrano per parlare della missione di pace in Ucraina. “Le Nazioni Unite sostengono la missione del cardinale Zuppi. Se è un dovere morale e politico aiutare il popolo ucraino e condannare l’aggressione russa, occorre anche guardare al futuro e quindi fare tutto il possibile per fermare al più presto la guerra. Perciò abbiamo bisogno di persone che possano favorire il dialogo” afferma Moratinos.



La missione di Zuppi

Il sottosegretario generale dell’Onu Miguel Ángel Moratinos porta anche i saluti del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Con il cardinale Matteo Zuppi un incontro informale, prima davanti a un caffè e poi davanti ai giovani: “Siamo ben consapevoli di quanto il Papa e la Santa Sede si siano spesi per la pace fin dal primo giorno della guerra in Ucraina. Nell’ultimo anno ho già incontrato Francesco tre volte. Dovevo vederlo anche sabato prossimo ma è ricoverato in ospedale. La scelta di nominare il cardinale Zuppi è una buona notizia. E considero la sua missione molto importante”, spiega, come riporta Avvenire.



Il presidente della Cei replica: “Non c’è nessuno che non possa fare qualcosa per la pace. Se è vero, come sappiamo, che chi uccide un uomo uccide il mondo, siamo anche persuasi che chi salva un uomo salva il mondo. E “salvare” non vuol dire soltanto strappare dalla morte ma anche soccorrere chi è oppresso o cercare un futuro nuovo. Con intelligenza Francesco ci ricorda che il “si salvi chi può” può diventare un “tutti contro tutti” o un “me ne frego”. Invece è urgente ripartire dal “mi interessa”, dal “non posso fare a meno di te””.