Il morbillo – già dallo scorso anno – è tornato a correre più o meno in tutto il mondo, con particolare attenzione alla regione europea dell’Oms (che include i 27, assieme a Russia, Israele, Turchia e Kazakistan) dove ormai da decenni la malattia è considerata non più endemica. Già lo scorso anno a livello mondiale si erano segnalati più di 300mila casi, che secondo le attuali proiezioni – se gli Stati non accelerano sulle vaccinazioni contro il morbillo – sono destinati a replicarsi quest’anno, se non addirittura ad aumentare ulteriormente.
Mettendo da parte le stime, infatti, dai dati raccolti dall’Oms nel corso dei primi 3 mesi del 2024 si sono registrati circa 56.634 casi e 4 decessi legati alla malattia, mentre nello stesso periodo del 2023 i casi erano stati 61.070 e i decessi ben 13. Il problema, però, è che se la circolazione del morbillo continuasse ininterrotta per 12 mesi consecutivi in un qualsiasi stato, l’Oms potrebbe arrivare anche a dichiararlo nuovamente come ‘endemico’, soprattutto perché – com’è piuttosto noto – la malattia colpisce in modo particolarmente violente soprattutto i più piccoli, con un alto rischio di complicazioni gravi e – soprattutto – di morte.
L’allarme di Oms e Unicef sul morbillo: “Servono più vaccini per proteggere i bambini”
Facendo ancora un passetto indietro ai dati raccolti dall’Oms, infatti, dei 56.634 casi di morbillo registrati nel 2024 circa il 50% riguardavano bambini con meno di 5 anni, sintomo del fatto che sono sempre di più i bambini che non vengono sottoposti a vaccinazione: non a caso – riporta ancora l’Oms – dei pazienti sotto i 5 anni più di 3/4 non avevano ricevuto neppure la prima dose del vaccino, con il 99% di loro che non è arrivato a completare il ciclo vaccinale necessario per l’immunizzazione dal morbillo.
“L’aumento dei casi”, spiega Regina De Dominicis (direttrice regionale UNICEF Europa e Asia citata da QuotidianoSanità), “un chiaro segno di un crollo della copertura immunitaria” e dovrebbe stimolare “un’azione urgente da parte dei governi per rafforzare i sistemi sanitari e implementare misure di salute pubblica” per proteggere i bambini da una malattia “pericolosa ma prevenibile”. Opinione condivisa anche dal direttore regione europeo dell’Oms Hans Henri P. Kluge, che ricordando a sua volta che il morbillo è “devastante ma facilmente prevenibile“, ha esortato tutti i Paesi “ad agire immediatamente, anche laddove la copertura vaccinale complessiva è elevata” per impedire che il virus torni a correre dopo tutti gli sforzi fatti per fermarlo.