MORBO DI BASEDOW, LE CAUSE E I SINTOMI DELLA MALATTIA CHE HA COLPITO VITTORIA BELVEDERE

I disturbi alla tiroide possono colpire anche gli occhi: lo dimostra il morbo di Basedow, malattia di cui soffre Vittoria Belvedere (protagonista di Storie di donne al bivio), che però non è l’unico personaggio famoso che con la sua esperienza ha acceso i riflettori su questa patologia. Nota anche come morbo di Graves, questa malattia è causata da una reazione autoimmune che comporta una produzione eccessiva degli ormoni della tiroide, alla base dell’ipertiroidismo. I disturbi principali che si manifestano riguardano appunto gli occhi: si riscontrano sporgenze dei bulbi, ma anche gonfiore e infiammazione.



Gli effetti del legame tra il morbo di Basedow e l’ipertiroidismo sono diversi, visto che la tiroide controlla molteplici funzionalità dell’organismo, a partire dall’insorgenza del gozzo, la regolazione della temperatura corporea, oltre a battito cardiaco, respirazione e sviluppo del sistema nervoso centrale. Si spiega così la diversità dei sintomi del morbo di Basedow, malattia che ha un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne soffre, in particolare le donne, visto che colpisce soprattutto loro, 7-8 volte di più degli uomini. Di solito, l’insorgenza si registra prima dei 40 anni. Per quanto riguarda eventuali fattori di rischio, chi ha malattie autoimmuni o ha familiarità con questa patologia ha un rischio maggiore di svilupparla.



COME SI CURA IL MORBO DI BASEDOW: TRE STRADE

La terapia per il morbo di Basedow si basa sull’inibizione della produzione anomala degli ormoni della tiroide e nella limitazione dei sintomi, quindi vengono prescritti farmaci antitiroidei, a cui vanno associati i controlli dell’attività della ghiandola per modulare le cure. In alcuni casi vengono prescritti beta-bloccanti che bloccano gli effetti degli ormoni sull’organismo. Solo per chi sperimenta effetti collaterali importanti nonostante le due strade terapeutiche può optare per le terapie radiometaboliche e la chirurgia.

Nel primo caso si somministra iodio radioattivo per “uccidere” le cellule della tiroide e ridurre le dimensioni del tessuto della tiroide, ma non può essere prescritte alle donne incinte o che allattano. Se si sceglie la strada chirurgica, si rimuove totalmente o parzialmente la ghiandola, ma di solito è una soluzione proposta quando si ha un gozzo con dimensioni importanti o se sono stati individuati noduli sospetti. In questo caso la principale conseguenza è che poi il paziente deve assumere per tutta la sua vita ormoni della tiroide.