Un morbo che non uccide, anzi salva tante persone dal nazismo. Si chiama Morbo di K ed è stata inventata da Adriano Ossicini per aiutare gli ebrei a scampare alla furia nazista. Ne parla oggi “La grande storia” su Raitre. Durante il nazismo c’è stato anche chi si è ribellato all’orrore, rischiando la propria vita per salvare quelle altrui. Questo è il caso ad esempio dei “congiurati” dell’isola Tiberina a Roma. Da una parte Trastevere, dall’altra il Ghetto ebraico. Qui c’è l’ospedale Fatebenefratelli, dove nel 1943 si diffuse un’epidemia contagiosa: il Morbo di K appunto. Ma era una finta malattia inventata da medici-eroi. Così Ossicini salvò decine di ebrei romani dalle persecuzioni nazifasciste e dai campi di sterminio dopo il rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre 1943. Scelse la “K” per riprendere l’iniziale degli ufficiali nazisti Kesselring e Kappler. Il piano era stato messo a punto per mettere in fuga le SS. Quando infatti i nazisti leggevano quella diagnosi, se ne andavano. Morto a 99 anni il 15 febbraio scorso, Ossicini è stato dunque un simbolo della resistenza.



MORBO DI K COS’È: L’INVENZIONE DI OSSICINI E BORROMEO

Un ospedale premiato per aver inventato (non scoperto) una falsa malattia? Non poteva essere diversamente per l’ospedale Fatebenefratelli di Roma, che ha ricevuto dalla Fondazione internazionale Raoul Wallenberg, col patrocinio della Comunità ebraica di Roma e la Fondazione museo della Shoah, il titolo di “Casa di Vita” proprio in memoria del salvataggio di ebrei durante le persecuzioni naziste. Adriano Ossicini insieme al primario Giovanni Borromeo inventò il Morbo di K. Antifascista e membro della Resistenza, Ossicini con i suoi colleghi scrisse sulle cartelle cliniche, altrettanto false, dei pazienti che erano affetti da una malattia molto contagiosa, il Morbo di K. Questo scoraggiò i nazisti al controllo dei nomi dei pazienti. Nel frattempo nei sotterranei una radio clandestina permetteva di comunicare con i partigiani, mentre nell’ospedale trovavano rifugio molti romani. Ossicini fu poi arrestato e imprigionato, inoltre dovesse subire le violenze di nazisti e fascisti. «Bisogna sempre cercare di essere dalla parte giusta», disse lui.



MORBO DI K, SINTOMI FINTA MALATTIA CHE SALVÒ GLI EBREI

Per il Morbo di K fu allestito un reparto in cui furono ricoverati sotto falso nome ebrei e polacchi. Restavano qualche giorno, fino a quando non arrivavano falsi documenti di identità che permettessero loro la fuga dopo essere stati dichiarati morti con il loro vero nome. La storia dell’invenzione del Morbo di K. ha preso forma nel 2007, quando il figlio di Giovanni Borromeo ha pubblicato una storia della vicenda basata sulle memorie e su quelle attribuite al padre. Un giorno due camion di SS organizzarono un blitz occupando l’ospedale per controllare tutti i malati, uno per uno. Giovanni Borromeo, che parlava bene il tedesco, spiegò ai soldati di quanto grave e contagiosa fosse la malattia, non tralasciando i dettagli sugli effetti devastanti cui sarebbero stati esposti entrando nel reparto K. Descrisse il Morbo di K con i connotati tipici della malattia neurodegenerativa, caratterizzata da una fase iniziale di convulsioni e in alcuni casi di demenza, per poi degenerare, nelle fasi successive, nella paralisi completa degli arti, fino alla morte per asfissia. Nessuna delle SS per paura si prese la responsabilità di ispezionare il padiglione.

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