SCANDALO DOSSIERAGGIO, I TIMORI DELLA LEGA E GLI SCENARI: PARLA IL SOTTOSEGRETARIO MORELLI

All’interno dello scandalo sul presunto dossieraggio ai danni di centinaia di personaggi, politici, vip e imprenditori, un “settore” molto delicato è quello legato al partito della Lega: all’interno dell’inchiesta della Procura di Perugia è emerso infatti un capitolo “ad hoc” sul movimento di Matteo Salvini, di cui molti rappresentanti rientrano tra gli spiati del tenente Gdf Striano e del pm antimafia Laudati (sempre secondo l’accusa, ndr). Intervistato da “La Verità” il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, storico militante leghista e tra i principali membri dell’inner circle di Salvini, non ha dubbi: «nello scandalo dossieraggio il mandante è sicuramente politico». Seguendo la scia di quanto già spiegava ieri al QN il senatore e membro della Commissione antimafia Gianluca Cantalamessa, vi sarebbe qualcuno che aveva intenti di ricatto politico nei confronti del Carroccio.



«Parliamoci chiaro, siamo di fronte ad un assassinio politico», attacca Morelli nel lungo dialogo con il collega Federico Novella, vi sarebbe qualcuno che vuole letteralmente «ammazzare la Lega e condizionare le consultazioni elettorali». Come ha spiegato la stessa Premier Meloni o il vicepremier Salvini, il tema non è affatto la libertà di stampa: «qui c’è un mandante politico e siamo solo alla punta dell’iceberg. Dietro c’è qualcosa di molto più grosso». Secondo Morelli, sapere che in maniera illecita si sarebbero fatte delle indagini improprie su una parte politica – l’accusa sul presunto dossieraggio – «è preoccupante e abbiamo una famiglia anche noi. Per fortuna mia mamma ha 76 anni e non legge il “Domani”, si agiterebbe come tutti quelli che sono stati spiati». Finire invece in un tritacarne spesso senza alcun motivo o reato commesso, aggiunge il sottosegretario, «è devastante: uno potrebbe difendersi querelando, ma quanti anni si dovrebbe aspettare prima di avere ragione? E intanto la reputazione è stata colpita». L’assassinio politico della Lega di Salvini è un tema a cui il Carroccio nelle sedi opportune intende portare avanti, anche perché rileva Morelli «l’obbiettivo di ammazzare tale partito a livello mediatica di fatto è uccidere una parte della rappresentanza democratica».



ALESSANDRO MORELLI (LEGA): “RIFORMARE ANTIMAFIA, DOVEVA ESSERE IMPENETRABILE E INVECE…”

Per Alessandro Morelli, anche se non fa nomi diretti, è evidente che dietro allo scandalo dossieraggio vi è un mandato politico, «si configura un attentato alla democrazia». Per il leghista occorre al più presto dare un volto a questo ipotetico mandante, anche se prima occorre tenere presente che «i personaggi spiati sono praticamente tutti del centrodestra, in buona parte leghisti. L’editore del Domani (Carlo De Benedetti, ndr), invece, è la tessera numero uno del Pd. Come si spiega?». Per il sottosegretario la figura eventuale del mandante è da ricercare nell’area della sinistra, arrivando fino a restringere il più possibile il campo delle ipotesi: «È dal 2015 che la Lega è vittima di questo sistema. Vogliamo parlare dell’Hotel Metropol, dove i giornalisti coinvolti sono gli stessi?».



Morelli non mette in discussione la libertà di stampa e delle inchieste (è lui stesso un giornalista, ndr) ma semmai il tema sarebbe gli attacchi politici “deliberati”, ovvero spesso «panzane costruite ad arte e dichiarate tali in tribunale» come nel caso dei presunti fondi russi alla Lega, «Non bisogna essere 007 per capire che in tutto questo c’è qualcosa di inquietante». Sempre a La Verità Morelli spiega di aver paura delle ingerenze italiane, altro che quelle presunte stranieri: «Io sono stato “attenzionato” due giorni prima della formazione del governo Draghi, quando non sapevo nemmeno che sarei entrato nell’esecutivo. Vi pare normale?». Il ragionamento di Morelli è molto netto e semplice e punta dritto alla necessità di riformare la Direzione Nazionale Antimafia, almeno nelle sue regole di sicurezza: «pensavo fosse come Fort Knox, che fosse impenetrabile», ma il presunto scandalo dossieraggio dimostra l’esatto opposto. «Se quella struttura è violabile da giornalisti, immaginiamo cosa potrebbero fare i servizi stranieri o la criminalità organizzata», riflette amaramente Alessandro Morelli. Criticando la “lieve” presa di posizione della sinistra – da Schlein al parlamentare/magistrato Cafiero de Raho in quota M5s che è stato anche presidente della Procura Antimafia – il sottosegretario invoca attenzione altissima sulle prossime Elezioni, a cominciare dalle inchieste che hanno già colpito il potenziale candidato della Lega generale Roberto Vannacci: «spero non ci sia motivo di insospettirsi, ma dopo questo dossieraggio» – conclude Morelli – «temo che ogni inchiesta giustifichi qualunque cattivo pensiero. Se non ci si può fidare della Dna, di chi mai possiamo fidarci?».