Morena Pedruzzi è l’unica superstite del suo gruppo di amici del terribile attentato terroristico avvenuto a Marrakech il 28 aprile 2011. Dopo più di dieci anni, Pedruzzi rivive quei momenti dolorosi e concitati ma soprattutto il suo percorso alla ricerca della rinascita, ospite della trasmissione Di Buon Mattino in onda su Tv2000. “Per noi è stata veramente una vacanza bellissima fino a quel momento – racconta – C’è stato da subito un bel feeling tra di noi, ci conoscevamo da anni ed è stato tutto molto normale fino a quel momento. Siamo partiti in quattro e facevamo tutti parte dello stesso gruppo di carnevale. Sono stata l’unica a tornare e questo è forse il peso più grande da portarmi dietro”.



Un’amica sembra salvarsi assieme a lei dalla terribile esplosione che nel 2011 devastò il caffè Argana di Marrakech: “penso sempre che lei mi abbia un po’ riportata a casa, nel senso che ci siamo salvate entrambe e ci siamo viste subito dopo l’esplosione, ci siamo prese la mano subito e ce la siamo lasciata quando siamo arrivate in ospedale. Purtroppo lei non ce l’ha fatta, qualche giorno dopo”. E ripensando a quei giorni subito dopo l’attentato, Morena Pedruzzi ammette che “per me è stato un po’ come se avessi bisogno di qualcuno che mi riportasse a casa, probabilmente da sola sarebbe stato ancora più difficile”.



Morena Pedruzzi: “ricordo tutto dell’attentato. Sono caduta nel profondo e ne sono uscita”

Dopo oltre dieci anni da quell’attentato in Marocco, Morena Pedruzzi ricorda ancora “i primi soccorritori che erano poi la gente del posto, dai camerieri ad alcuni passanti. Loro ci hanno soccorso da subito, sono stati veramente gentili”. A oggi “non ho ancora capito se è un bene o un male che non abbia mai perso conoscenza e sia sempre stata lucida. Mi ricordo tutto”. Ospite da Di Buon Mattino, confessa che dopo un attentato “sapere che ci sei ancora non è scontato. Io dico sempre che questa è la mia storia, ma non vuol dire che per tutti è così. Spesso, quando si sente parlare degli attentati in un primo momento si lascia spazio ai dettagli di cronaca, poi è come se non c’è più un dopo. Per me era forte la voglia di dire: io ho un dopo” e gridare al mondo che “anche quando si cade nel profondo, nel buco più nero, in qualche modo c’è la possibilità di tornarne fuori, anche se non è scontato”.



Morena Pedruzzi spiega che dopo l’attentato “delle volte mi chiedono qual è la ricetta magica ma chiaramente non esiste. Sicuramente un grandissimo merito va alla mia famiglia”. E svela: “dico sempre che i miei genitori mi hanno messa al mondo trentotto anni fa, ma nel 2011 mi hanno ridato la vita, mi hanno sostenuta in tutto e per tutto. Non è solo la mia vita che si è stravolta, ma anche la loro, quella di mio fratello e delle persone che avevo più vicine”.