Moreno Moser si ritira: il nipote d’arte, ovviamente del grande Francesco, non sarà più un ciclista professionista. Lo ha annunciato in una intervista rilanciata dalla Gazzetta dello Sport, nella quale ha confessato di non essere più in grado di mantenere i picchi di prestazione necessari a competere in questa disciplina. “Sono sempre stato un vincente, e i miei momenti down in questi anni sono diventati sempre più lunghi”; così Moser ha spiegato le motivazioni del suo ritiro, confessando di non avere particolari problemi fisici come attestato dai tanti test effettuati. Dunque, visto che i periodi al top della condizione diventavano sempre meno, il ciclista ha deciso di appendere la bicicletta al chiodo per correttezza verso tutti, “evitando di trascinarmi inutilmente”. Moser ha ringraziato la NIPPO Vini Fantini Faizanè, cioè la sua ultima squadra, per il modo in cui si è sentito accolto e la fiducia riservatagli. “Sarebbe stata una bella vittoria per entrambi ma non è andata”; era arrivato qui dopo l’esperienza all’Astana, l’idea sarebbe stata proprio quella di rilanciarsi ma adesso la notizia è che Moreno Moser smette definitivamente di correre. Sorprende che lo faccia a soli 28 anni, ma le motivazioni possono giocare un ruolo importante se non decisivo nel mondo dello sport professionistico.



MORENO MOSER SI RITIRA: LA CARRIERA

La carriera di Moser si è presto staccata dall’ombra lunga di zio Francesco, con la quale ovviamente ha dovuto convivere in gioventù: nel 2012 il trentino si è accasato alla Liquigas che inizialmente gli aveva proposto uno stage, e nello stesso anno si è reso noto per la vittoria nel Trofeo Laigueglia, subito seguito dal Gran Premio di Francoforte. Il palmarès è certamente ampio: nello stesso 2012 Moser ha vinto il Giro di Polonia (con due successi di tappa) e l’anno seguente, con la maglia della Cannondale, ha ottenuto la vittoria nella Strade Bianche che rimane il punto più alto della carriera. L’ultimo trionfo, quasi a chiudere un cerchio, è stato quello nel Trofeo Laigueglia del 2018; ha partecipato due volte al Giro d’Italia ma non è andato oltre il quarantunesimo posto (2016), mentre è entrato nella Top 100 al Tour de France e per due volte alla Vuelta. Era più che altro un corridore da gara secca: ai Mondiali è giunto decimo nella Cronometro Elite del 2015 – terzo agli Europei dell’anno seguente – e ha partecipato per tre volte alla Milano-Sanremo e due alla Liegi-Bastogne-Liegi. Particolarmente sfortunato è stato al Giro di Lombardia: tre partecipazioni (2012, 2014 e 2016) e per tre volte non è mai arrivato allo striscione del traguardo.

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