È una storia di grande forza quella di Moreno Pesce. Un incidente in modo l’ha privato della gamba sinistra ma lui non si è fermato. “Dopo l’incidente ci sono stati 6 mesi grigi, è stato un po’lo stacco tra la mia prima e la mia seconda vita. La cosa principale è fare attività di questo tipo per fare uno show per le persone a casa che hanno dunque lo slancio e capiscono che possono fare queste cose anche loro.” ha spiegato lo scalatore che, di recente, ha scalato oltre 4500 metri. “È stata una grande prova di rivalsa per me stesso, non dico mai basta, ci provo all’infinito fino a che non riesco.” ha fatto sapere in diretta a Oggi è un altro giorno. Così ha concluso, sottolineando che “La mia testa è cambiata molto negli anni. Oggi sono più testardo, cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno ogni volta. Sei tu che decidi ogni mattina come svegliarti.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Moreno Pesce, la reazione all’incidente in moto che gli ha cambiato la vita
Moreno Pesce, atleta paralimpico specializzato in sport di montagna, è nato a Noale il 13 dicembre 1975. Da sempre appassionato di montagna: “Fin da bambino guidavo io i miei genitori lungo i sentieri, loro sempre dietro ben staccati”, racconta sul suo sito. Sempre in movimento, Moreno viene fermato da un incidente motociclistico nel 1997, in cui perde la gamba sinistra. Ma l’amputazione dell’arto non lo ferma, anzi: “Sono rinato quando ho capito che la sola differenza è che ora sono solo un po’ più lento quando corro o cammino”. Dopo poco Moreno torna tra le sue amate montagne, dove porta a termine una serie di scalate: dal Monte Bianco al Monte Rosa, passando per la Marmolada e l’Etna, quattro volte la Streif e Kitzbuhel, il ghiacciaio Presena e la Grande di Lavaredo.
Moreno Pesce e “La rinascita dopo la mia disabilità”
A fine maggio Moreno Pesce è stato protagonista del tour “La rinascita dopo la mia disabilità” un percorso in tre tappe da Punta Martin – Aquasanta in Provincia di Genova, passando poi in Abruzzo sul Gran Sasso a Campo Imperatore fino ad arrivare sul gruppo del Monte Rosa ad Alagna. “Sono posti speciali per me, mi danno stimoli e pensieri positivi e mi aiutano a nuove sfide. La prima tappa è stata dura, difficile, c’era vento e c’era pioggia, ma sono situazioni che mi rendono ancora più forte”, ha spiegato Moreno al Corriere dello Sport. Con questo evento, Pesce ha voluto farsi portavoce di un messaggio di inclusione: “Ricominciare a vivere e rimettersi in gioco è il messaggio che desidero trasmettere a chi pensa di mollare e subire gli eventi. Non si è disabili perché manca o è ridotta una funzione corporea, ma perché non si usano tutti i talenti di cui si dispone per raggiungere i nostri sogni”.