Un messaggio al ministro Sangiuliano e al premier Meloni per accendere i riflettori sulla necessità di pluralismo nella cultura italiana, con un riferimento chiaro e preciso alla direzione artistica di Amadeus a Sanremo. Morgan ha pubblicato un lungo video su Instagram per invocare una sorta di ricambio culturale, partendo direttamente dalla Gioconda di Leonardo: “Esistono dei crimini culturali? Certo, direi di sì. Non intendo il vandalismo o il furto di un’opera. Mi riferisco a una cosa più grave, più subdola e più invisibile: non è rubare la Monnalisa, ma fare in modo che non sia mai esistita. Cioè cancellarla ancora prima che venga fatta”.
Morgan ha poi continuato il suo intervento: “Consideriamo la Gioconda di Leonardo un esempio, un modello. Il suo valor inestimabile dipende dal fatto che sia bellissima, come tante altre opere. I capolavori. Diciamo che la Gioconda è un esempio di che cos’è l’arte. Un quadro non esisterebbe se non ci fosse il pittore, i colori, la tela. E non esisterebbe se non esistesse la pittura. E come può non esistere la pittura? Se un governo la proibisse o colpisse i pittori, distruggendo la storia della pittura”.
Le richieste di Morgan
“La pittura, come qualsiasi altra arte, non è da dare per scontata. Esiste perché si sono generate nei contesti politici ambientali che le hanno rese ciò che sono. I momenti fortunati in cui avvengono questi scatti nella storia sono momenti in cui il clima è stato particolarmente favorevole, con governi che hanno particolarmente a cuore lo sviluppo culturale della loro nazione, con difesa e promozione dell’arte e dei suoi artigiani, coloro che rendono le opere possibili”, ha proseguito Morgan: “Ognuno fa ciò che gli compete perchè possa essere realizzato. Ci sono dei sovrani che si dedicano allo sviluppo culturale del popolo. L’antica Grecia è la culla della civiltà occidentale, questo è stato reso possiible da chi l’ha governata. E così il Rinascimento italiano, il rock inglese degli anni Cinquanta e Sessanta. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza i modelli”. Il leader dei Bluvertigo si è dunque soffermato sul capitolo Sanremo e sulla quinta edizione consecutiva a guida Amadeus, suo storico “nemico”: “Cosa c’entra il governo? Lo Stato promuove lo sviluppo della cultura. In questo Paese lo Stato deve intervenire, perché c’è un problema. Oggi abbiamo una trascuratezza su quello che chiamiamo cultura. Il pluralismo è alla base della democrazia, molto diversa dalla dittatura, dove regnano decisioni personali, potentati e prepotentati, individui che non lasciano spazio ad altri. La democrazia impone un ricambio. Mi riferisco ad Amadeus, confermato per la quinta volta alla guida di Sanremo: non va bene, non c’è buon senso”.