Morgan è stato ospite stamane in collegamento con il programma di Rai Uno, Uno Mattina, per parlare di Franco Battiato, a un anno dalla sua morte e in vista del documentario che verrà trasmesso proprio sul primo canale. Marco Castoldi, il vero nome di Morgan, ha raccontato un po’ le evoluzioni musicali di Battiato nel corso della sua carriera: “Battiato aveva fatto già una carriera abbastanza compiuta negli anni ’70, lui nasce con il movimento milanese di Eugenio Finardi, la Pfm, Alberto Camerini, il rock psichedelico italiano identificato come Parco Lambro per il festival che si faceva proprio al Parco Lambro. Un Battiato che fa già esperienza innovativa rispetto al rock psichedelico, va giù pesante con i sintetizzatori, i campionamenti e vince il premio Stockhausen, un premio per la musica classica e sperimentale che lui ha ottenuto facendo delle esperienze psichedeliche rock molto avanti”.
“Tutto questo però non lo soddisfa – prosegue Morgan in diretta a Uno Mattina – gli piace ma lui è in continua ricerca, lo rinnega? Non rinnega nulla, tutto quello che ha fatto nel momento, in cui l’aveva fatta la considera data al pubblico ma morta per se stesso, aveva un distacco assoluto da quello che faceva, anche se lo aveva fatto ieri lui era proiettato verso l’ultimo disco, e in questo è molto simile a me. Negli anni ’80 decide di fare successo popolare, facendo un ibrido: in quegli anni andava di moda la musica new wave, lui la sfotte ma nel contempo ne impara i suoi segreti, la sonorità di Battiato è completamente aderente alla new wave del post punk, dopo di che scrive delle canzoni da cantautore”.
MORGAN: “BATTIATO E’ STATO FONDAMENTALE PER ME”
Sul rapporto fra Morgan e Battiato: “Io ho avuto un rapporto paterno, filiale con Franco, è stato fondamentale per me, mi sono trovato nella situazione di essere orfano di padre ed in cerca delle figure di paterne, stiamo parlando degli anni ’90, lui si è posto in maniera molto paterna con me, poi è nata un’amicizia fra allievo e maestro, padre figlio”. In chiusura Morgan ha mandato un messaggio: “Quest’ambivalenza di Battiato è la cosa più importante, Battiato è stato uno dei più grandi intellettuali del ‘900 uno dei musicisti più importanti e adesso che è morto ce ne accorgiamo, ma facciamone tesoro e magari l’Italia qualcosa di buono riuscirà a fare”.