Morgan: boccia la canzone di Marco Mengoni “Due vite”

In occasione delle prime due serate del Festival di Sanremo 2023 Il Salotto di Mao ha presentato “Morgan e gli analisti” all’Apollo Milano e in live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di CortoCorto. “Gli analisti” sono amici, appassionati di musica e di cose belle della vita, che si sono incontrati in un salotto per discutere e analizzare le canzoni in gara al Festival di Sanremo 2023. Tra gli analisti, oltre Morgan, anche Marco Maccarini e il poeta Davide Rondini. Nel coso della lunga chiacchierata Morgan ha criticato la canzone di Marco Mengoni, “Due vite, con cui ha trionfato al Festival. Ricordiamo infatti che nel 2009 proprio Morgan è stato coach a X Factor di Marco Mengoni, vincitore della terza edizione del talent show.



Secondo il leader del Bluvertigo, l’ex pupillo avrebbe portato all’Ariston un “tentativo di qualcuno che non ha gli strumenti cognitivi per poter fare una canzone. Qualcuno che non conosce la musica, gli accordi e la melodia, non conosce la poesia e l’arrangiamento e fa una robetta qualunque”. Secondo Morgan, il successo della canzone è legato alla voce e alle doti interpretative di Marco Mengoni: “Allora lui sa interpretare una roba che è un nulla. Quella sua sembra una canzone e la gente ci crede. A furia di questo si è livellato tutto. Ormai le canzoni sono tutte vuote ed ecco perché non ci accorgiamo più che gli accordi non ci sono”.



Morgan: “Testi che non hanno senso poetico”

A finire nel mirino di Morgan, anche Mr. Rain con la sua “Supereroi”, terza classificata al Festival di Sanremo 2023: per l’ex giudice di X Factor il pezzo è “retorico o meglio banale”. La presenza dei bambini sul palco? “Era tutta una roba artificiale”. In generale, Morgan ha criticato buona parte della canzoni in gara: “Scrivono i loro messaggi ‘guarda alle sei mi hai telefonato, ci siamo visti ieri e voglio rivederti’ e spacciano questi testi per canzoni. Poi cantano questi testi che sembrano messaggi con enfasi, ma non hanno senso poetico. Non c’è una bellezza”. Anche Davide Rondoni, di professione poeta, ha aggiunto che la canzoni erano “molto piatte come metafore”. Rondoni aveva invece apprezzato il testo di Ultimo, “Alba”: “È costruita dal punto di vista del testo molto bene. È molto musicale e ricordabile. Il testo è ben fatto perché sia memorabile”.