Morgan passa al contrattacco: dopo l’articolo in cui Selvaggia Lucarelli ricostruisce i retroscena dietro il processo che lo vede imputato per stalking ai danni dell’ex fidanzata Angelica Schiatti, il cantautore denuncia la giornalista del Fatto Quotidiano. Il problema è che la foto con cui ha annunciato sui social di aver sporto denuncia ritrae una strada che è proprio vicina all’abitazione dell’ex fidanzata. Lo ha fatto notare la stessa Angelica Schiatti, che ha scritto: «È la via a 200 metri da casa mia, dove ho paura a tornare».



La cantautrice ha ripreso su Instagram l’annuncio di Morgan, avendo riconosciuto la strada vicino a casa sua, precisando che non vi può più tornare proprio perché ha paura per quanto accaduto. In quella storia Morgan ha accusato Selvaggia Lucarelli di aver causato «violenza di massa» contro di lui, precisando di non essere incriminato per revenge porn, eppure viene accusato di ciò «da un popolo furioso che inneggia al rogo». Inoltre, ha attaccato la giornalista, scrivendo che «ha parecchie condanne a differenza mia che non ne ho».



MORGAN DENUNCIA SELVAGGIA LUCARELLI: LA REPLICA

L’accusa rivolta da Morgan a Selvaggia Lucarelli è di incitare all’odio, reato di cui vuole che la giornalista risponda in tribunale. Non si è fatta attendere la replica di Selvaggia Lucarelli, sempre via social, definendolo un «disperato» che da anni minaccia di denunciarla, ma di non averlo mai fatto finora. «Lo fa perché i giornali facciano da megafono», la tesi della giornalista, che in passato ha avuto diversi scontri con Morgan, come durante l’esperienza del cantante a Ballando con le stelle. La stessa Selvaggia Lucarelli ha poi condiviso la storia Instagram di Angelica Schiatti in merito al “particolare” che la riguarda.



L’annuncio della denuncia da parte di Morgan arriva all’indomani del lungo e duro sfogo, gridando al complotto. Ieri i suoi legali, gli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata, in un comunicato hanno chiarito che non viene contestato alcun reato di revenge porn o maltrattamenti e che il motivo per il quale non sono state applicate le misure cautelari da codice rosso è «perché non hanno ravvisato alcun pericolo per la persona offesa».