Perché Morgan ho scelto di fare Sanremo 2020 con Bugo? L’artista di Monza lo spiega in prima persona sul web. Il suo compagno d’avventura è per lui un vero cantautore moderno: “Questa almeno è la mia umile opinione di appassionato di musica e precisamente di canzone”. Poi, l’artista si “presenta” al pubblico: “Io mi chiamo Marco, così mi hanno chiamato i genitori ma i più mi conoscono come Morgan, che invece mi sono dato io. È il mio pseudonimo, cioè quel nome che trasforma la persona in personaggio, con quel nome inventato chiunque può tradurre il sogno in realtà perché la vita reale diventa scena sul palco, così quella che è una passione per qualcosa nel mio caso la musica diventa una professione, qualcosa di concreto”. Marco Castoldi ha 47 anni e il primo album lo ha pubblicato a 17: “Questo 2020 per me rappresenta un trentennio di musica e di palco, di concerti, di televisione, di canzoni, di testi, come Morgan, ma in tutti questi anni Marco non ha mai smesso di essere un ammiratore di altri artisti e un fan, tra il pubblico, perché Marco è un amante dei dischi e dei concerti ed è per questo che è Morgan”.



Morgan: “Ecco perché ho scelto di fare Sanremo 2020 con Bugo”

Come ascoltatore e appassionato della canzone d’autore italiana, Morgan ama i cantautori storici specialmente quelli degli anni ’60 ma se gli chiedono chi è il cantautore attuale che preferisce lui dice Bugo, ecco perché ha deciso di andare a Sanremo 2020 con lui: “ho tutti i suoi dischi e ho visto molti suoi concerti. Lo dico dagli anni ‘90, fantastica decade per noi, io con la mia band BLUVERTIGO abbiamo vissuto il momento di grazia e, in quegli anni, dove la maggior parte delle realtà interessanti passavano da MTV e da ALL MUSIC, mi sono imbattuto nei video di un certo BUGO che mi ha immediatamente incuriosito, ma direi più che incuriosito, attratto”. Il cantautore di Monza è rimasto colpito da Bugo perché bizzarro e sgangherato “ma in un certo senso anche rigoroso e lucido, e questa sua ambivalenza di pazzoide ma con la testa sulle spalle, responsabile, faceva la sua riconoscibilità, un insieme di elementi contrastanti che me lo rendevano immediatamente intercettabile, e ancora oggi è così, perché lui è rimasto coerente, pur se evolvendosi spaziando tre generi di musica vari, dal folk all’elettronica, ma rimanendo sempre sé stesso, inconfondibile”.

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