La notizia del suicidio di Franco Ciani, ex marito di Anna Oxa, ha scosso anche Morgan. Il cantautore, all’anagrafe Marco Castoldi, ha riportato su Instagram la notizia e affrontato il tema delicato della legge anti-suicidi, cogliendo l’occasione per attaccare la classe politica e le sue contraddizioni. «La famosissima legge anti-suicidi, un vero disastro, una legge che è una burla di fronte alle incongruenze anti uomo di cui il nostro stato “democratico” è promotore e attuatore», esordisce Morgan nel post social. E poi parla della legislazione italiana «a dir poco anticostituzionale» e «piena zeppa di meccanismi inarrestabili dove una volta che il cittadino anche solo per sbaglio mette mezzo piede viene trascinato ed inghiottito, spellato vivo, vilipeso, derubato legalmente, messo in ginocchio e infine fagocitato una volta che non ha neanche più un briciolo di energia per aprire le finestre al mattino». Appare evidente il riferimento di Morgan alla sua vicenda personale, al caso dello sfratto per il quale ha attaccato duramente le istituzioni.
MORGAN “FRANCO CIANI UCCISO DALLO STATO”: DURO POST SU INSTAGRAM
Morgan dunque torna all’attacco e lo fa prendendo spunto dalla drammatica vicenda che vede protagonista Franco Ciani, il quale si è tolto la vita a causa dei debiti che aveva accumulato. «Nessuno che faccia nulla di coraggioso veramente anziché blaterare ma poi finire sempre per dire: è la legge, purtroppo è la legge! Ma quale legge anti suicidi?». Per Marco Castoldi, dunque, bisognerebbe mettere spalle a muro chi è davvero responsabile di questi gesti. Per il cantautore si tratta dei «signori che travestiti da giudici dalla pedana rialzata giocano alla legge e mandano al patibolo senza saper ragionare ma comportandosi da squallidi burocrati». Sono forti le parole usate da Morgan: «Che bello sarebbe il mondo se la legge fosse giustizia e sapesse punire gli elementi dello stato che uccidono i cittadini liberi». E su Franco Ciani dice: «Qui stiamo pure parlando di un artista, un musicista, un autore di canzoni. Spero in una legge dall’alto che fulmini all’istante il primo magistrato che canticchia una delle sue canzoni anche sovrappensiero».