Ospite di Chiambretti, Morgan si racconta nel profondo: “Il nome l’ho rubato al mio amico Fabiano che era nel gruppo: voleva chiamarsi Morgan ma piaceva a me allora mi ci sono chiamato io. Quindi Morgan si diventa, anche rubando il nome”. Nel corso dell’intervista, il cantante rivela di aver usufruito di alcuni aiutino della chirurgia: “La prima volta che ho visto David Bowie ho visto che aveva fatto dei ritocchi quindi l’ho fatto anche io”.
Morgan, poi, spiega: “Ho tre figlie ma non ho messo la testa sulle spalle. Maturare vuol dire perdere la poesia, bisogna conservare il bambino interiore”. Il successo, l’artista, lo conosce bene: “I premi sono bellissimi da ricevere ma non deve essere tutto. Io devo dimostrare sul campo ciò che so fare e ciò che non so fare. Gli stereotipi non vanno bene, mi devo guadagnare il consenso adesso”. Il cantante, però, lo ammette: “Un po’ di istrionismo c’è, si vuole essere amati, essere persone di scena. C’è chi per diventare famoso calpesterebbe gli altri ma è importante rispettare le persone. Si è al di sopra solo sul palco ma poi si è tutti uguali: io sono una persona normale”.
Morgan: “Ecco cosa è successo con X Factor”
Nel corso dell’intervista con Piero Chiambretti, Morgan spiega di essersi spesso pentito di ciò che ha detto pubblicamente in passato: “Io mi pento di tutto. Mi pento di tutto quello che ho detto fino a questo momento, faccio mea culpa”. Riguardo le liti con i colleghi, invece, sottolinea: “Battiato aveva capito tutto. Avevo parlato male di lui e lui era divertito. Io gli dissi che Ligabue si era incazzato e lui rispose ‘Non capisce il dadaismo’. Ecco, è così, lui aveva capito: io sono dadaista”.
Un anno fa, Morgan è stato licenziato da X Factor: “Io non ho fatto niente. Comportamenti inopportuni? Forse era inopportuno che io avessi a cuore la musica e spiegassi alcune cose. Nel mondo di oggi avere a cuore il mondo dell’arte, non funziona. Non mi hanno cacciato per la frase alla Michielin ma per invidia, erano invidiosi. Pensavano che così avrebbero alzato le visite. Non mi hanno né chiamato né mandato una lettera: non mi hanno convocato alle prove, semplicemente. Avrei potuto benissimo denunciarli”.