Morgan si è sfogato su Instagram utilizzando tutto lo spazio a sua disposizione. Con molta probabilità Castoldi, parla della esperienza personale di musicista al quale è stata pignorata la casa di Monza. “L’artista viaggia, si nutre di informazioni, fa esperienze socio-culturali, compra libri, dischi, applicazioni, tecnologia, strumenti musicali e soprattutto la sua visibilità alimenta chi ne trae vantaggio come case di moda, accessori, automobili, prodotti vari, da ristoranti a cosmetici, giornali e riviste, programmi in cui viene ospitato, si nutre di informazioni, sta online e organizza degli strumenti di lavoro, li compera”, scrive l’ex leader dei Bluvertigo. “L’artista grazie alla sua postazione di controllo genera l’opera, sviluppando contemporaneamente gusto e innovazione tecnologica, l’artista è ciò che sono le radici per un albero e l’opera è il tronco che diventa rami”, continua l’ex giudice di X Factor. “Togliere l’artista dal luogo e dal modo in cui produce l’opera è sradicare l’albero, è uccidere l’albero, fiori, foglie e frutti, senza contare tutto il microcosmo animale che vive sui rami, nel tronco, sulle foglie, mangiando foglie, nidificando, impollinando, mimetizzandosi, facendosene nascondiglio, casa, appiglio per passare da uno all’altro, riparo dal temporale o salvezza dal predatore. E ancora questo non è chiaro”.



Morgan parla ancora dello sfratto

Morgan continua e il suo sfogo sulla perdita della sua casa di Monza, che lui considera un museo, si fa anche più chiaro: “Sradicare l’artista dalla sua consolle è spezzare violentemente una catena produttiva che è flusso di modi. Spezzare la catena significa sabotare l’intero sistema. Un Paese che non abbia a cuore la tutela degli artisti viventi e la loro funzionalità creatività quotidiana è un paese che si fa del male ogni giorno (…) La cura e il riguardo che meriterei io, come tutti coloro che danno la loro immaginazione a disposizione degli altri, sarebbero automatiche se il disegno schematico qui sopra fosse chiaro a tutti anche fuori dalla pagina”. Poi il musicista conclude: “Ed è proprio perché io sono uno dei tanti (…) credetemi, non fate finta di niente, sarà una catastrofe, lasciate perdere i coglioni che non ci capiscono nulla (…) ancora una volta io che faccio assai meglio le canzoni rispetto alle leggi o ai proclami mi trovo costretto a perdere tempo, toglierlo dalla mia professione perché e sembra ancora impossibile che sia vero, c’è chi mi ostacola, c’è chi mi offende, c’è chi è mosso da cattiveria o solo da bramosia di ricchezza monetaria, ecco a cosa servono gli artisti, a ricordarvi che ci sono cose belle, non c’è solo il denaro, ma voi li mettete a tacere, e pretendete di ascoltare delle canzoni cantate da gente imbavagliata?”.

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