Il grande Morgan è stato ospite quest’oggi del programma di Rai Uno “Oggi è un altro giorno”, condotto da Serena Bortone. Il musicista si è presentato al piano forte, suonando i più grandi come Chopen, Beethoven e Bach: “La disperazione? Se non mi riconoscessi nella mia disperazione sarei pazzo – ha esordito Morgan parlando con la conduttrice – penserei di essere un altro, mi compiaccio, non mi dispiaccio. Sembra una seduta psicologa? Li ho un po’ annullati gli psicologi, sto cercando uno che riesca ad annullarmi”. Il cantante ha spiegato di aver iniziato quando era un bambino, davanti ad una chiesa: “Durante la messa sono uscito e mi sono messo a cantare davanti alla chiesa: mi hanno dato dei soldi, i gelati, ho fatto qualche pezzo, a me interessava la spettacolarizzazione della musica, non la musica in se”. Si parla poi della mamma: “Mia mamma mi ha insegnato che non è l’apparire ma è l’essere quello che conta, per lei è tabù, rifiuta l’idea di apparire. Io ho trasferito questo insegnamento ai ragazzi del talent, non ho mai privilegiato una concorrente che appariva ma perchè c’era sostanza”.



MORGAN: “IO SONO AUTENTICO, MA L’ITALIA NON E’ PRONTA”

Io sono sempre autentico – ha aggiunto – se mi vedo non mi piaccio, mi vergogno di come sono, vorrei essere molto più tipo Marzullo, presentabile.Io sono un ironista, un bizzarro che ama giocare con le parole, ma questa cosa viene presa come un trasgressivo e non è proprio così; si ha paura, dicono che l’arte è bella ma poi hanno paura. L’Italia ha un pessimo rapporto con la spettacolarità, il sovvertire determinate regole e io sono un sovvertitore di costituzione, forse l’ha voluto Dio, amo far vedere una prospettiva contraria, non c’è niente di distruttivo in tutto questo, è edificante, ha a che fare con la vita non con la morte. Non è che c’è una perversione dello strano, ma perchè dobbiamo parlare di me? C’è roba più interessante”.



MORGAN: “LA STORIA DI BUGO…”

Non si poteva non tornare a parlare della vicenda Sanremo, Bugo: “La gente prima di salutarmi mi dice “Che succede?”. I ragazzini mi dicono di dire “Che succede?” quando mi fanno i video. Io avevo la necessità di togliermi da quel luogo – ha proseguito Morgan – se fosse stato Amadeus a chiedermi cosa fosse successo io avrei dovuto raccontare una storia complessa, io invece me ne dovevo andare fuori, darmela a gambe, e poi dovevo proteggere i fogli, la prova del reato. Io volevo fare il gesto finale, Bugo ne aveva combinate talmente tante la sera prima… Non è stata una boutade comunque, è una storia, una vita, una coraggio e una musica”. Morgan svela il suo sogno nel cassetto: “Vorrei condurre un programma di musica per bambini? Sì”. Su Tenco, l’artista più ammirato da Morgan: “Il suicidio di Tenco? Non scosse nessuno, hanno dato il premio a Iva Zanicchi poche ore dopo, the show must go on. Lui era il più grande di tutti”. La Bortone ha ringraziato il cantante al termine dell’intervista: “Mi hai fatto provare emozioni bellissime”. Sulla morte di suo padre: “Si è suicidato quando avevo 16 anni, ho visto il suo cadavere, ma non era mio padre perchè mio padre era vivo. Io volevo vederlo per rendermi conto, l’ho perdonato? Quando l’ha fatto aveva 48 anni un anno in meno di me, se supererò questo anno posso dire di averlo perdonato. Lui stava male, era cupo, era diventato pesante, forse sarebbe dovuto andare da uno psicologo o parlare con mia mamma”.

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