IL “METODO DI MORIN” E IL VALORE DELL’AMORE

Il filosofo francese Edgar Morin ha da poco compiuto 102 anni ma continua imperterrito a produrre testi e donare spunti per una cultura europea che necessita come l’aria di visioni “alternative” al mainstream “luogocomunista”. Sconosciuto al grande pubblico, il nome di Morin è balzato all’onore della cronaca di recente per la scelta del Ministero di inserirlo come brano nella Seconda Prova di Maturità 2023 al Liceo Scienze Umane, proprio con quel “Metodo” riproposto oggi da Claudio Risé nella sua lunga analisi su “La Verità”.



Seguendo quanto già Adorno e Horkheimer sottolineavano nella Scuola di Francoforte, Morin da anni porta avanti la critica costante alla “mera razionalità” come risultato primario dell’Illuminismo: «più si applica l’ideale di razionalità posto alla base della nostra cultura e più aumentano le possibilità pratiche e le conoscenze tecniche degli uomini, più diminuisce l’autonomia dell’individuo». Nel nuovo saggio “L’avvenuta del Metodo. Come la vita ha nutrito l’opera”, Edgar Morin esalta la critica costruttiva all’iper razionalismo di Cartesio: come scrive Risé nell’editoriale su “La Verità”, «il metodo di Morin è caratterizzato da una straordinaria attenzione all’uomo di carne e alla sua vita quotidiana». Un “colpo” all’astratto e al razionalismo e un invito a contemplare il tema cardine dell’amore e della passione: «ci sono in noi altri aspetti da riconoscere e mettere in contatto tra loro per una vita equilibrata e felice e a cui bisogna fare spazio».



RISÈ CON MORIN: “RECUPERARE I VALORI UMANI RIMOSSI DALL’ILLUMINISMO”

Occorre cominciare dall’amore, scrive Morin e riprende giustamente Risé: «l’amore è indispensabile per evitare di cadere in preda all’aggressività che vediamo farsi sempre più invadente nel mondo», scrive il professore e scrittore italiano. «È necessario dialetizzare ragione e passione», insiste Morin nel tentativo di temperare le passioni con il lume della ragione.

L’obiettivo è quello di uscire dal nichilismo e allo stesso tempo dal moralismo: «nell’inumana ragione calcolante vi è un’immensa coltre di accecamento». Come rileva ancora Claudio Risé, Morin con il suo “Metodo” propone il recupero degli altri aspetti dell’umana, «via via rimossi dalla sinistra e burocratica strada intrapresa dalla petulante e unilaterale razionalità illuministica». Il filosofo francese ultracentenario ne è convinto, collegare tra loro i diversi aspetti dell’umano è fondamentale: «ampliando la ragione per aiutarla a comprendere ciò che in noi e altri va al di là della ragione».