Non solo non chiede scusa ma rilancia per ben due volte – a Omnibus (La7) e nella sua diretta Facebook – le dichiarazioni rilasciate a Radio Capital venerdì scorso: Nicola Morra è il protagonista politico in “negativo” degli ultimi giorni, con le parole dette sulla Calabria e la Presidente scomparsa Jole Santelli che ancora fanno “rumore”. Nasce tutto da quel «era noto a tutti gli elettori che fosse una grave malata di cancro, se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia ma ora se la tengano»: per il senatore M5s, Presidente della Commissione Antimafia, in questo modo replicava alla bufera sanitaria e politica che ha investito la Calabria negli ultimi giorni dando “colpa” all’elettorato per aver scelto la Governatrice Santelli, morta poco più di un mese fa prima della seconda ondata Covid-19. Ecco che però quelle parole, condannate praticamente da tutte le forze di maggioranza e opposizione (ma è formale silenzio dagli organi del M5s, ndr) vengono ribadite in più concetti dallo stesso Morra nella giornata di ieri.

LA BUFERA SU NICOLA MORRA

Già per il senatore M5s erano sembrate un boomerang le considerazioni come «i calabresi hanno la classe politica che si meritano», visto che Morra in primis è stato eletto in Parlamento proprio nel collegio di Cosenza; a Omnibus ha poi aggiunto «Dimettermi da presidente della commissione Antimafia? Piacerebbe a tanti. Ma io credo che quello che è accaduto venerdì (quando cioè è stata bloccata la presenza del parlamentare sulla Rai, nel programma Titolo V su Rai3, ndr), faccia parte di una strategia, perché quando dai fastidio a Cosa Nostra, la mafia e la ‘ndrangheta, allora bisogna sporcare, infangare e delegittimare». È un uno contro tutti quello di Morra, che aggiunge ulteriormente «Questo è il Paese dell’ipocrisia e dei sepolcri imbiancati, in cui forse qualcuno, facendo servizio pubblico, reputa che il presidente della commissione Antimafia piuttosto che essere severamente giudicato da giornalisti che gli  possono fare le pulci, debba essere semplicemente escluso da una trasmissione che avrebbe parlato di Calabria, di ‘ndrangheta e altro». È però sulla diretta Facebook che Nicola Morra si lascia andare ad un turpiloqui assai più “spinto”, avendocela praticamente con tutti da destra a sinistra: «posso anche avere degli eccessi verbali, sono diretto e a me è stato insegnato che la lealtà significa dire in faccia quello che si pensa, fedeltà significa tirare fuori la lingua e leccare». Il n.1 dell’Antimafia si dice «non abituato» alla seconda “pratica” e così aggiunge in conclusione «massima solidarietà a coloro che soffrono», conclude la diretta Fb, «ma se queste mie parole debbono servire per riverginare l’imene di qualcuno che si è un po’ trastullato nel tempo non è un problema mio, ma di altri». La Lega insieme a Forza Italia lo hanno querelato, da più parti viene richiesta la rimozione o le dimissioni ma per il momento da Palazzo Chigi ancora nulla è stato proferito in merito. Di certo nel momento in cui Governo e Forza Italia tentato un complesso “dialogo” sulla Manovra, le parole dell’esponente M5s contro la Santelli non aiutano per nulla il “confronto”.