Nicola Morra non arretra, anzi offre un’altra sponda a chi ne chiede le dimissioni. Parlando dei sindaci calabresi che hanno manifestato giovedì scorso a Roma ha attaccato: «C’erano in piazza sindaci, che erano lì per essere ricevuti a palazzo Chigi, che magari tra due mesi potrebbero finire in carcere a seguito di qualche inchiesta della magistratura, oppure i cui Comuni saranno sciolti per mafia». Ne ha parlato a Repubblica, scatenando altre polemiche in questi giorni. Implicitamente, infatti, il senatore del MoVimento 5 Stelle ha insinuato che i sindaci calabresi potrebbero essere dei malfattori. Non si è fatta attendere la replica di Anci Calabria, che esprime «sconcerto e forte preoccupazione perché» quelle parole «rappresentano una terribile offesa per le istituzioni locali e per la gran parte dei calabresi onesti». Quelle parole non sono altro che un «giudizio sprezzante ed incontrollato che di fatto criminalizza ed additta al pubblico ludibrio tutti i sindaci calabresi ed un’intera regione». I sindaci calabresi rimproverano a Morra il fatto di aver sparato nel mucchio senza fare distinzioni, menttendo in discussione la legittimazione dei sindaci e del corpo elettorale.
ANCI CONTRO MORRA: “INTERVENGA MATTARELLA”
La Calabria non è una colonia penale, afferma l’Anci regionale. «Dovrebbe avere maggiore rispetto dei primi cittadini della sua regione», ha dichiarato Filomena Greco, sindaco di Cariati, secondo cui il senatore del MoVimento 5 Stelle dovrebbe sapere che i sindaci in Calabria «sono rimasti l’unico baluardo di democrazia, l’ultimo brandello di fiducia delle cittadinanze nella politica e nelle istituzioni». Secondo Greco, il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra avrebbe dovuto difendere la sua terra e impegnarsi di più per essa, essendo anche lui espressone del governo. A protestare anche il sindaco di Mendicino, nel Cosentino, secondo cui le istituzioni nazionali dovrebbero fare di più per tutelare uomini e donne che spesso vengono lasciati colpevolmente da soli in Calabria. «Generalizzazioni offensive e diffamatorie», così le ha definite Antonio Palermo, oltre che «imprecisate e sommarie». L’esponente di Italia Viva ha ricordato che l’Anci Calabria ha fatto bene a chiedere l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella «in difesa della dignità dei sindaci nonché dei principi di democrazia e partecipazione alla vita pubblica di tutti i cittadini calabresi».