Il cantante inglese Morrissey, ex Smiths, ha deciso di rilasciare una intervista esclusiva al quotidiano britannico The Telegraph, per rompere il silenzio sui motivi per i quali il suo ultimo album, che è pronto dal 2021, non è ancora stato pubblicato. L’artista, accusando le case discografiche in Uk, che definisce “vittime della idiot culture“, ha affermato: “Mi hanno messo il bavaglio“, sostenendo che questa scelta sia stata dettata da una tendenza a censurare qualsiasi pensiero che non sia “conforme” a quello imposto dai media. Morrissey si riferisce a quello che chiama il movimento “Be Kind” che spopola sui social promuovendo l’empatia, ma come sottolinea: “Sono pronti a spaccare la faccia a chiunque non sia d’accordo con loro“.
Per questo, afferma di essere stato tenuto in ostaggio per quasi 4 anni, a causa delle sue opinioni alternative. Ad essere stato causa principale del blocco dell’uscita del disco solista, sarebbe una canzone in particolare, la traccia che porta lo stesso titolo del lavoro discografico: “Bonfire of Teenagers“, che parla dell’attacco terroristico avvenuto a Manchester nel 2017 compiuto da un terrorista islamico.
Morrissey accusa le case discografiche di censura, bloccata l’uscita dell’ultimo album dal 2021 per canzone critica contro il governo Uk
Morrissey, che qualche anno sta portando avanti una campagna di protesta personale contro la stampa inglese, accusata di essere contro il libero pensiero, ha denunciato in una intervista al The Telegraph, di aver subito la censura del suo ultimo album da solista. Come afferma il cantante infatti, il disco doveva uscire nel 2021, ma nessuna etichetta ha accettato di pubblicarlo. La canzone che avrebbe fatto scattare il bavaglio, è la title track “Bonfire of Teenagers“, nella quale l’artista, critica fortemente l’atteggiamento troppo indulgente del governo Uk nei confronti del terrorismo islamico.
Questione sulla quale si era espresso già poco dopo i fatti accaduti. Una frase in particolare sarebbe stata la causa del rifiuto: il ritornello che sul finale recita “Go easy on the killer“, che è sembrata una vera accusa nei confronti del sistema giudiziario. Morrissey aveva già pubblicato un post sui social nel quale dichiarava che non avrebbe mai preso in considerazione la rimozione della traccia in cambio di un contratto discografico, sottolineando: “No, non rimuoverei la canzone del titolo perché non abbandonerei i bambini assassinati di Manchester. I loro spiriti gridano ogni singolo giorno per essere ricordati e riconosciuti“.