IL DRAMMA DI GIACOMO COFANO E DELLA MOGLIE MORTA DOPO PARTO GEMELLARE: “MI HA CHIAMATO PAPA FRANCESCO”
«A Natale mi ha chiamato Papa Francesco: ha compreso la tragedia di una mamma che ha dato la vita per i figli e il dolore che ha colpito la mia famiglia»: sono parole commosse quelle di Giacomo Cofano, 41enne di Pezze di Greco (Fasano) in provincia di Brindisi, marito di Viviana Delego morta tragicamente dopo aver partorito i loro due gemelli. Il quadro clinico compromesso e la corsa in ospedale “Perrino” di Brindisi ha visto per fortuna la nascita dei due gemellini tutto sommato in salite, mentre Viviana non ce l’ha fatta: il dolore appena prima del Natale ha visto protagonista questa famiglia brindisina, con la sorpresa piena di gioia – pur in un momento così difficile – per la telefonata di Papa Francesco alle 19.20 del giorno di Natale.
È stato Don Donato Liuzzi, parroco di Pezze di Greco, a rendere pubblica l’inaspettata conversazione telefonica ed era stato lui a scrivere direttamente in Vaticano per chiedere una preghiera speciale per la giovane mamma morta durante il parto gemellare. «Mi è difficile rompere il silenzio, ma lo faccio per dare eco alla intima gioia gustata in questo giorno del Natale del Signore insieme con il nostro carissimo Giacomo Cofano, provato dalla morte della moglie nell’atto di dare la vita a due gemellini. Ho sentito nel cuore l’ardire di bussare al cuore di Papa Francesco per raccontare di Viviana e dei gesti di vicinanza del nostro popolo. La mattina di Natale, il Papa con umiltà disarmante mi ha indirizzato una lettera di vicinanza e nel tardo pomeriggio ha telefonato a Giacomo. Abbiamo sentito il cuore del Pastore attento e sensibilissimo. Ringraziamo il Signore per questa carezza sulla carne umana ferita che Egli viene a salvare. Ringraziamo la maternità della Chiesa, visibile negli umili gesti del Papa. È un Natale che non dimenticheremo mai!», aveva scritto sui social il parroco la sera di Natale.
COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO A GIACOMO, VEDOVO E PAPÀ DEI DUE GEMELLINI ORFANI DI MAMMA
Al “Corriere della Sera” è poi lo stesso Giacomo Cofano a raccontare l’incredibile gioia di ricevere il conforto del Santo Padre in un momento così delicato e intimo: «cosa mi ha detto il Papa? Parole di conforto. Ha compreso la tragedia di una mamma che ha dato la vita per i figli e il dolore che ha colpito la mia famiglia. L’emozione era fortissima, non ricordo le parole precise, sono rimasto stupito dal fatto che abbia pensato a me e trovato alcuni minuti per chiamarmi e rincuorarmi. Giuro, mi sembrava di parlare con una persona cara, con un amico». Il marito di Viviana racconta di aver ricevuto la telefonata mentre rientrava dall’ospedale con uno dei due gemellini appena nato, Edoardo Maria: «È stato quasi come una confessione. Ha chiuso dicendomi di essere a disposizione per qualsiasi cosa. Sembra assurdo dirlo con quello che ci è successo, ma è stato un bel Natale. Gli ha dato un senso. Fra l’altro c’è una coincidenza: i gemellini sono nati il 17 dicembre, lo stesso giorno del Papa».
Giacomo racconta di essere ancora spaesato e vive una continua “altalena di emozioni” dopo quanto successo in queste ultime settimane: «Ho tre figli, la più grande, Emma Maria, ha sei anni, fa la prima elementare, è stata lei a scegliere i nomi dei fratellini». Il dramma nel dramma è il dover raccontare ai propri figli la scomparsa della mamma: «le ho parlato io, non poteva farlo nessun altro. Mi sono confrontato con alcuni esperti che mi hanno suggerito il modo di comunicarglielo. Ora sa che la sua mamma è diventata un angelo». Giacomo Cofano racconta poi che d’ora in poi cambierà vita, per forza di cose, in quanto il lavoro di maître non potrà più svolgerlo avendo tre figli piccolissimi da badare: «è un lavoro che non agevola la gestione di una famiglia. Voglio essere sempre presente con i miei figli. Appena passato questo periodo mi darò da fare, come sempre. Resterò qui, la mia vita è dove sono nato e cresciuto. Se si vuole, si può fare tutto».
LA LETTERA DEL MARITO DI VIVIANA AI MEDICI: “SIETE STATI I SUOI ANGELI CUSTODI”
Prima della telefonata ricevuta da Papa Francesco, Giacomo aveva scritto una lunga lettera ai medici e operatori dell’ospedale “Perrino” di Brindisi che hanno tentato fino all’ultimo di salvare la sua Viviana: «Ho scritto la lettera la stessa notte. Ho voluto ringraziare il personale per aver tentato tutto il possibile per salvare Viviana. So che lo hanno fatto davvero», spiega ancora Cofano al “Corriere della Sera”. La lettera – pubblicata sui social dalla Asl di Brindisi – vede in più passaggi la commozione di un uomo che pur nella tragedia riesce a riconoscere il bene e l pietà negli altri: «Viviana era una donna, una moglie, una mamma fuori dal comune – si legge nella lettera diffusa dall’Asl di Brindisi – e mi spiace che non abbiate avuto la possibilità di conoscerla».
Amava la vita questa donna e lo si intuisce benissimo dalle parole d’amore del marito Giacomo che ora dovrà crescere “da solo” Edoardo Maria ed Emilia Maria, oltre alla ‘più grande’ (ha 6 anni) Emma Maria: «amava la famiglia tanto da sacrificare la sua vita per darla a due fantastiche creature: Edoardo Maria ed Emilia Maria. In realtà tutte queste sue caratteristiche non moriranno mai. È vero, il normale schema della vita non dovrebbe essere questo. Non è giusto – prosegue la lettera – che due splendidi gemelli non avranno mai la possibilità di conoscere la loro mamma né che una bimba di sei anni (Emma Maria) non possa più abbracciare la sua stella. Ma dietro tutto questo dolore, dietro tutta questa ingiustizia c’è comunque un aspetto positivo». Fa impressione vede come riesca a riservare attenzione e cura, in momenti tragici come quelli che sta vivendo, per persone sconosciute che hanno avuto a che fare con la sua famiglia: conclude Giacomo, «Aver conosciuto tutti voi, di cui non ricordo i nomi, ma che per cinque lunghi e speranzosi giorni siete stati gli angeli custodi di mia moglie, della mamma dei miei figli. Aver visto le lacrime nei vostri occhi mi ha fatto capire tutta la vostra umanità e quanto abbiate sudato, studiato per cercare di dare una speranza a Viviana. Purtroppo così come mi avete insegnato, in medicina due più due non fa mai quattro. Sento comunque il dovere di ringraziarvi da parte mia, di mia figlia (che spero possa fare il vostro lavoro) e di tutta la mia famiglia – conclude il marito di Viviana Delego – per l’impegno, la professionalità e l’umanità che vi rendono dei veri e propri angeli custodi in carne e ossa».