Spuntano nuovi dettagli nell’inchiesta per la morte di Alex Marangon, il barista di Venezia trovato senza vita sul Piave dopo aver partecipato ad un rito sciamanico. Nel corso dell’autopsia che ha esaminato anche i liquidi biologici in cerca di prove per stabilire esattamente la dinamica che ha portato al decesso, sono emerse dall’esame tossicologico anche tracce di cocaina. Sostanza che potrebbe aver interagito in qualche modo con il decotto a base di ayahuasca, la droga psichedelica che, come è stato accertato, aveva assunto durante il rituale la notte della scomparsa.



I risultati però, come riporta il Corriere della Sera, sono stati commentati dalla famiglia e dagli amici di Marangon, che hanno escluso categoricamente la possibilità che il ragazzo potesse fare uso abituale di cocaina, visto che, come ha affermato l’amico Edoardo Baldan: “Alex disprezzava quella sostanza, sono sicuro che non ne facesse uso e se lo ha fatto non è stato volontariamente“. Anche i genitori hanno sostenuto questa versione ricordando che: “il ragazzo è morto a causa dei colpi riportati alla testa e non a causa dell’assunzione di droghe“.



Marangon, trovate tracce di cocaina nel sangue, le ipotesi sulle dinamiche che hanno provocato la morte dopo il rito sciamanico

Dall’esame della salma di Alex, il ragazzo morto durante un rito sciamanico, sono risultate tracce di cocaina. Anche se ancora non sono stati resi noti i risultati esatti e quindi non è possibile stabilire con certezza la quantità, o quando la sostanza sia stata assunta prima del decesso, questo dettaglio potrebbe essere utile a spiegare alcune dinamiche della vicenda che si è conclusa con la tragica scomparsa del barista.

La droga, se assunta in contemporanea o poco prima della bevanda a base di ayahuasca infatti, potrebbe aver amplificato gli effetti psicotropi del decotto che notoriamente provoca visioni psichedeliche e distorcimento della realtà circostante. Per cui,  Marangon potrebbe aver avuto un incidente dopo aver perso l’orientamento e non rendendosi conto dei pericoli. D’altronde le lesioni potrebbero essere compatibili con una caduta dall’alto. Resta comunque ancora aperta l’ipotesi fatta dalla Procura di Treviso, in merito ad un omicidio volontario. Visto che i segni sul corpo del 25enne, ematomi, ferite al torace e fratture multiple potrebbero essere state causate da un pestaggio violento.