Continuano le indagini inerenti la morte di Andrea Purgatori, il giornalista scomparso il 19 luglio di un anno fa. Secondo quanto scrive l’Ansa la verità sul suo decesso potrebbe arrivare solo dopo l’estate; il gip di Roma, nell’ambito dell’inchiesta che vede quattro medici indagati per omicidio colposo, ha affidato una maxi perizia per comprendere in maniera definitiva come sia morto il giornalista e conduttore di La7.



Il giudice ha inoltre chiesto agli specialisti di fare chiarezza sulla presenza o meno di metastasi nonché di tentare di capire come e quando sia partita l’infezione cardiaca. I periti hanno novanta giorni di tempo per completare tutte le verifiche e l’udienza è stata aggiornata al prossimo 26 settembre. Ricordiamo che al momento, sul registro degli indagati, troviamo il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, e il cardiologo Guido Laudani, così come riferisce ancora l’Ansa. L’atto istruttorio era stato chiesto dalla Procura di Roma nelle scorse settimane per appunto comprendere il quadro clinico del giornalista deceduto a 70 anni.



MORTE ANDREA PURGATORI: COME E’ DECEDUTO IL GIORNALISTA?

Nell’atto vengono citate le conclusioni della consulenza secondo cui “In estrema sintesi” l’accertamento “evidenzia che il giornalista, pur affetto da tumore polmonare in metastasi, è deceduto per le conseguenze di una endocardite infettiva che ha indotto nel paziente una diffusa embolizzazione sistemica. Tale patologia non è stata individuata in tempo utile per poter avviare tempestivamente le cure idonee, e proprio in relazione alla sua omessa e comunque tardiva diagnosi”. Nel documento inoltre si afferma che sarebbero emerse “gravi criticità nella refertazione della risonanza magnetica sull’encefalo l’8 maggio 2023, già oggetto di censura da parte dei familiari del giornalista”.



Nel referto “venivano infatti diagnosticate ‘senza margini di dubbio’ metastasi cerebrali del tumore primario (come detto al polmone) la cui presenza – spiega il sostituto procuratore – è stata invece esclusa dagli accertamenti autoptici e istologici. Il referto, inoltre, non segnalava la possibilità che le lesioni cerebrali evidenziate dalla risonanza avessero una natura ischemica”.

MORTE ANDREA PURGATORI: LA CONCLUSIONE DELL’INCIDENTE PROBATORIO

Proprio per via di quest’ultimo aspetto la Procura ha proceduto all’iscrizione nel registro della dottoressa Colaiacomo che “pur non avendo avuto rapporti diretti con Andrea Purgatori, il paziente, con i familiari e con altri medici, risulta comunque firmataria del referto”. Il pm inoltre afferma che è “doveroso sottolineare che i consulenti tecnici hanno espressamente rimesso le determinazioni conclusive sull’eventuale responsabilità dei firmatari del referto alla valutazione tecnica di uno specialista neuro radiologo”.

Infine, scrive l’Ansa: “Sulla valutazione del decorso, sia diagnostico, sia terapeutico, anche in punto di individuazione delle responsabilità dei sanitari e di nesso causale, si gioverebbe di competenze specialistiche di natura neurologica, cardiologica e infettivologica: appaiono infatti, indispensabili per convalidare il quadro delle verifiche tecniche sul decorso clinico di Purgatori e sull’accertamento delle cause del decesso”.