Arrivano importanti aggiornamenti sulla morte di Andrea Purgatori. Secondo quanto reso noto da Repubblica, l’autopsia effettuata lo scorso 26 luglio sul corpo del giornalista ha rivelato svariate metastasi. In altri termini, giusta o sbagliata che fosse la diagnosi, il volto di “Atlantide” non ce l’avrebbe fatta.



Il tumore ai polmoni e le varie metastasi – con i loro effetti devastanti  – avevano già segnato in maniera irreversibile il destino di Purgatori. L’aspettativa di vita era molto breve, evidenzia il quotidiano, e sul piano giudiziario non dovrebbero esserci imputazioni di responsabilità verso i medici che avevano in cura il giornalista. La ridotta aspettativa di vita farebbe venir meno il nesso causale tra la condotta dagli esperti e la morte del cronista.



Le ultime novità sulla morte di Purgatori

Anche in presenza di un errore medico – i familiari hanno acceso i riflettori sulla presunta confusione tra ischemia e metastasi – la responsabilità dei medici si concretizza di fronte a un’accertata realizzazione del danno a carico dell’assistito. La causa dell’arresto cardiorespiratorio di Purgatori sarebbe stato il tumore primitivo al polmone secondo i consulenti della Procura di Roma. Gli esperti hanno eseguito anche una Tac, ora l’attesa è legata all’esame istologico di tessuti e organi. Attesi aggiornamenti entro tre settimane. Attesi aggiornamenti anche per quanto riguarda le cartelle cliniche, sequestrate per ricostruire gli ultimi tre mesi di vita di Purgatori passati tra strutture sanitarie e consulti medici contrastanti. Ricordiamo che nell’inchiesta sono indagati per omicidio colposo i professori della clinica privata Pio XI Gianfranco Gualdi, responsabile della Radiologia, e Claudio Di Biasi, entrambi difesi dall’avvocato Fabio Lattanzi.

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