La Commissione parlamentare antimafia ha stabilito che la morte di Attilio Manca è imputabile a un omicidio di mafia ed è legata a probabili contatti avuti con Bernardo Provenzano. A “Storie di sera”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e in onda in seconda serata sulla rete ammiraglia dell’azienda di viale Mazzini, il fratello dell’urologo deceduto nel 2004, Gianluca, ha asserito: “Questa relazione della Commissione antimafia non so se porterà mai a una giustizia, ma sicuramente ha restituito ad Attilio la dignità che gli era stata tolta”.
Quando il fratello di Attilio Manca ha letto le parole della Commissione antimafia, per lui è stata “una mezza liberazione, un poter finalmente dire che mio fratello ha di nuovo qualcosa che gli abbiamo potuto dare. Almeno prima che i miei genitori raggiungano mio fratello, in quanto sono ‘grandi’, hanno avuto la soddisfazione di restituire dignità al loro figlio. Abbiamo passato anni a emettere urla mai ascoltate, soprattutto da alcune istituzioni”.
ATTILIO MANCA, L’AVVOCATO REPICI: “CHIEDEREMO NEL GIRO DI UNA DECINA DI GIORNI LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI”
Successivamente, a “Storie di sera”, l’avvocato Fabio Repici, legale difensore della famiglia di Attilio Manca, ha affermato quanto segue: “Chiederemo nel giro di una decina di giorni la riapertura delle indagini. La posizione del cadavere della vittima non è quella tipica di una persona purtroppo in preda a un’overdose, ma è il cadavere apparecchiato sul letto nel quale è stato rinvenuto. Basta anche guardare la posizione delle gambe. Se Attilio fosse caduto spontaneamente sul letto, le gambe sporgerebbero fuori. Invece, sporgono solo i piedi”.
La Procura di Viterbo e il gip di Roma sostenevano che Attilio Manca sarebbe morto per un’iniezione di eroina acquistata da una donna sua conoscente, però quest’ultima “nel 2021 è stata assolta, perché il fatto non sussiste”, ha concluso il legale.