Sulla morte di Beppe Pedrazzini, di cui si è ampiamente dibattuto nel corso della puntata di venerdì 10 giugno 2022 di “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi, si è espresso anche l’avvocato Ernesto D’Andrea, legale difensore di Silvia e Riccardo, rispettivamente figlia e genero del 77enne ritrovato in fondo a un pozzo a Toano, in provincia di Reggio Emilia.
Dichiarazioni, le sue, che sono state trasmesse in seguito a quelle rilasciate proprio dai suoi assistiti, i quali si sono detti maggiormente sereni rispetto alle settimane antecedenti, visto e considerato che sembra stia cadendo l’accusa di omicidio nei loro confronti, a seguito degli accertamenti autoptici condotti sulla salma dell’uomo. L’avvocato D’Andrea ha asserito: “Allo stato attuale l’omicidio è escluso e si ricollega la morte di Beppe Pedrazzini a una causa di morte naturale. Mancano ancora due accertamenti, vale a dire il tossicologico e l’istologico, che avranno il fine di confermare queste prime indicazioni”.
BEPPE PEDRAZZINI, L’AVVOCATO DI SILVIA E RICCARDO: “OMICIDIO? NON CI SONO MAI STATI INDIZI”
Nel prosieguo del suo intervento televisivo sul caso Beppe Pedrazzini, il legale D’Andrea ha tenuto a precisare che, circa l’ipotesi di omicidio, “non ci sono mai stati degli indizi e il movente eventuale allo stato attuale non lo vedo. Non vedo dove sia il movente di natura economica di cui qualcuno parla: Marta ha molti beni intestati, ha due abitazioni. Non c’era motivo di uccidere Beppe”.
Qualcuno, in paese e non solo, ha tuttavia mormorato a proposito di un eventuale interesse nei confronti della pensione di Beppe Pedrazzini da parte dei suoi familiari, ma l’avvocato ha replicato in questi termini a tali voci: “Come si fa a pensare, in questo caso specifico, alla pensione? Semmai, i familiari avrebbero avuto un altro interesse, vale a dire quello di fare di tutto per tenerlo in vita”.