Morte Denis Bergamini: da suicidio a omicidio, cosa non torna nella ricostruzioe

Il 26 maggio a Cosenza, in Corte d’Assiste, sono state rese alcune deposizioni nell’ambito del processo sul presunto omicidio del calciatore del Cosenza Donato “Denis” Bergamini. Il giovane, all’epoca 26enne, è morto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico, lungo la statale 106 ionica. O almeno lì è stato trovato il corpo. Sì, perché quello che inizialmente sembrava un suicidio, con il calciatore che si sarebbe gettato sotto un camion, potrebbe essere stato altro secondo gli inquirenti.



Bergamini, originario di Ferrara, sembrava essersi suicidato anche per via della testimonianza resa dall’ex fidanzata, Isabella Internò, che era con lui e avrebbe assistito alla scena. La giovane raccontò che il fidanzato si fece travolgere volontariamente da un camion, gettandosi sotto le ruote. Proprio sotto il mezzo fu trovato il corpo del giovane. Rilievi e accertamenti successivi, svolti dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta all’epoca da Eugenio Facciolla, fecero però emergere una realtà diversa da questa.



Morte calciatore Denis Bergamini: dubbi sull’autopsia?

Secondo le ipotesi, Denis Bergamini sarebbe stato ucciso e l’omicidio sarebbe avvenuto in un posto diverso da quello della statale 106 ionica. Il suo cadavere sarebbe poi stato trasportato lì per inscenare il suicidio. Isabella Internò è stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio volontario. Nel corso dell’udienza del 26 maggio sono stati sentiti i medici Michele De Marco ed Antonio Raimondi. Dalle loro deposizioni sono emersi dubbi importanti sul fatto che il cadavere di Bergamini fosse stato oggetto, effettivamente, di una regolare ispezione esterna.



L’ex Procuratore di Castrovillari è stato convocato d’urgenza dal presidente della Corte d’assise, Paola Lucente. L’uomo ha spiegato che “Il verbale dell’ispezione esterna del corpo di Denis Bergamini non è falso. Ciò che posso dire è che l’attività ispettiva é stata eseguita regolarmente”. L’avvocato Fabio Anselmo, che tutela la famiglia di Denis Bergamini, non ci sta e ha definito “imbarazzante” la deposizione dell’ex Procuratore Abbate. “Una deposizione all’insegna dei ‘non ricordo’ e dei ‘non so spiegarmi'” ha concluso.