La morte di Alex Marangon, il 25enne trovato senza vita nel Piave dopo un rito sciamanico tenutosi nell’abbazia di Vidor (Treviso) la notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi, resta un mistero in cui si innesta la sparizione di due “curanderos”, gli sciamani colombiani Jhonny Benavides e Sebastian Castillo che avrebbero partecipato all’incontro e che risulterebbero irreperibili dal giorno della scomparsa del ragazzo.



Sono considerati potenziali testimoni chiave nell’inchiesta sul decesso del giovane, ma ad oggi di loro non c’è traccia. Secondo quanto ricostruito dal Gazzettino, sarebbero le ultime persone ad averlo visto vivo e ora si farebbe sempre più difficile l’ipotesi di acquisire le loro testimonianze tramite rogatoria internazionale. Benavides e Castillo avrebbero però affidato la loro versione all’avvocato Oscar Palet Santandreu, pur senza dargli un mandato formale, respingendo lo scenario di un omicidio volontario (sul quale è aperto il fascicolo in Procura) e dicendosi comunque disposti a collaborare con gli inquirenti italiani. Il procuratore di Treviso, Marco Martani, avrebbe dichiarato quanto segue sulla posizione dei due sudamericani: “Ci risulta che si spostino molto spesso per eventi di questo tipo, rintracciarli non è facile“.



Morte di Alex Marangon, le richieste della famiglia

Per arrivare alla verità sulla morte di Alex Marangon, la famiglia del 25enne ha chiesto che vengano eseguiti esami come il test del capello alle persone che quella notte risultavano presenti nell’abbazia di Vidor con il ragazzo e analisi con il luminol nello stesso luogo e non solo. I genitori di Alex Marangon hanno sollecitato accertamenti anche sulle tracce sospette rinvenute nell’auto del figlio (che non si esclude possano essere di sangue), come precisato dal criminologo e loro consulente Edoardo Genovese.

Quest’ultimo, a Estate in diretta, ha dichiarato quanto segue: “L’auto, così come l’abbazia, può parlare. Può raccontare cosa si è verificato quella sera. Su segnalazione dei familiari, sono state rinvenute delle macchie sospette. Devono essere ancora analizzate per capire se sono tracce ematiche. Abbiamo segnalato subito alla Procura queste tracce e sono state prontamente passate ai rilievi da parte dei Carabinieri, quindi ora siamo in attesa dei risultati al Ris di Parma“.