Il mistero di Alice Neri è ancora denso di interrogativi. La morte della 32enne, trovata senza vita a Fossa di Concordia (Modena) il 18 novembre scorso, sembra avere più ombre che luci nonostante l’arresto dell’uomo ritenuto principale sospettato, il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul. L’uomo continua a dirsi innocente e diversi elementi, al di là di quelli che graverebbero sulla sua posizione di indagato, contribuiscono a rendere ancora più nebulosa una vicenda complessa fin dal ritrovamento del corpo di Alice Neri (carbonizzato all’interno della sua auto, anch’essa data alle fiamme).



Diverse novità sarebbero intervenute nel corso delle ultime settimane sul tavolo delle indagini. Anzitutto la scoperta di un presunto post che un collega della vittima, finora mai iscritto nel registro degli indagati, avrebbe scritto sui social e poi rimosso nello stesso giorno in cui Alice Neri veniva trovata morta in un campo. Qualcuno lo avrebbe screenshottato e prodotto agli inquirenti sottolineando un particolare: il post conterrebbe una citazione biblica del Cantico dei Cantici in cui si fa riferimento al fuoco. Ma ci sarebbe dell’altro: secondo il settimanale Giallo, il marito di Alice Neri avrebbe notato un’altra “coincidenza” nel contenuto. Nello specifico, la frase che il collega avrebbe pubblicato – “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore” – rimanderebbe anche alla citazione usata nel film preferito della 32enne, Tristano e Isotta.



Il giallo delle lettere nell’armadietto di Alice Neri

Ci sarebbe poi un altro giallo nel giallo: nell’armadietto aziendale di Alice Neri, secondo quanto dal quotidiano Il Resto del Carlino, gli inquirenti avrebbero repertato alcuni oggetti e una serie di lettere – almeno tre secondo la fonte – scritte dallo stesso collega e autore del misterioso post. Missive che, rivolte alla 32enne, conterrebbero delle frasi che proverebbero un importante interesse sentimentale dell’uomo nei suoi confronti. Nello stesso posto, chi indaga avrebbe trovato anche una catenina e un rotolo di carta gommata con la scritta “Ti voglio bene“. Stando agli ulteriori dettagli riportati dal settimanale Giallo, inoltre, lo stesso collega di Alice Neri avrebbe ricevuto da lei un regalo: una piuma in metallo che somiglierebbe a uno dei tatuaggi della donna.



Dal carcere di Modena in cui è detenuto dopo il suo arresto in Francia, il principale sospettato Mohamed Gaaloul continua a dirsi innocente. Su di lui graverebbero però diversi elementi e le testimonianze di chi, tra i suoi contatti, avrebbe detto di averlo visto con gli indumenti “sporchi di olio” la mattina del 18 novembre scorso, poche ore prima che il cadavere bruciato di Alice Neri venisse rinvenuto nella sua auto incendiata a Fossa di Concordia. Nei pressi della scena del crimine, sarebbe stata ritrovata una tanica vuota di olio esausto forse usato come accelerante. Altri testimoni, però, avrebbero dichiarato che quelle macchie sui vestiti di Mohamed Gaaloul non fossero un’eccezione perché il 29enne tunisino sarebbe stato solito compiere lavori che lo avrebbero portato a rimediare frequentemente chiazze di olio o grasso d’auto.