La morte di Carlotta Benusiglio, stilista trovata impiccata ad un albero dei giardini di piazza Napoli a Milano nel 2016, non è da ricondurre all’azione dell’ex fidanzato Marco Venturi. Per questo, i giudici hanno assolto in via definitiva l’uomo che per l’accusa aveva avuto un ruolo decisivo nella tragedia.



Nelle motivazioni della sentenza che ha chiuso il caso, riporta Il Corriere della Sera, la Suprema Corte evidenzia l’assenza di una condotta persecutoria, non ravvisando lo stalking ai danni della vittima, e parla di mere “illazioni” a carico di Venturi. Secondo la giustizia italiana, si trattò di un “impiccamento suicidario” determinato dalla esclusiva volontà della donna di porre fine alla sua esistenza.



Morte di Carlotta Benusiglio, l’ex Marco Venturi assolto in via definitiva

La morte di Carlotta Benusiglio, quindi, per i giudici fu un suicidio e non ci sono margini per ritenere quel gesto estremo come “conseguenza” delle condotte che l’accusa ascriveva all’ex compagno Marco Venturi. L’uomo è stato assolto in Cassazione l’8 maggio scorso con una sentenza che ha chiuso la travagliata vicenda giudiziaria dopo 8 anni dai fatti.

La stilista aveva 37 anni al momento del decesso e fu trovata impiccata ad un albero dei giardini di piazza Napoli, a Milano, il 31 maggio 2016. La Suprema Corte, nelle sue valutazioni, avrebbe escluso l’omicidio e l’istigazione al suicidio. Si tratta di una sentenza che conferma l’esito del secondo grado, quando in Corte d’Assise d’appello l’uomo fu assolto da ogni accusa con la formula de “il fatto non sussiste”. Il primo grado di giudizio che lo vedeva imputato di omicidio volontario, per cui la procura aveva chiesto una condanna a 30 anni, si era concluso con 6 anni di reclusione per il reato di morte come conseguenza di altro reato (lo stalking). Una ipotesi, quest’ultima, spazzata via definitiva dal verdetto finale.