Dopo una lunga giornata di ricerche piuttosto difficili, è stato ufficialmente annunciato che Ebrahim Raisi, (ex) presidente dell’Iran è morto in un incidente aereo mentre si trovava – con il ministro degli Esteri e il governatore dell’Azerbaigian Orientale – a bordo di un elicottero per dinamiche che non sono state ancora chiarite del tutto. Ora, come molti avevano già iniziato a supporre già dopo l’annuncio iniziale dell’incidente, per l’Iran si apre una difficile stagione politica nella quale sarà prima necessario sostituire l’ex presidente Ebrahim Raisi e poi – in un momento non ancora definito – anche la Guida Suprema Ali Khamenei, ormai 85enne e prossimo alle dimissioni.
Sul tema del futuro politico iraniano ha ragionato il sociologo Renzo Guolo in un articolo pubblicato su Domani che parte proprio dal ricordare come l’ex presidente fosse il candidato più accreditato alla successione della Guida Suprema, almeno all’interno delle file dall’Assemblea degli Esperti. Non è chiaro – e molti pensano di no – se Ebrahim Raisi sarebbe riuscito a convincere la popolazione a farsi eleggere come futura Guida Suprema dell’Iran, soprattutto per via di un sistema di voto a suffragio universale sul quale sicuramente sarebbe gravata la violenta repressione alle proteste per la morte di Mahsa Amini.
La difficile successione di Ebrahim Raisi e di Ali Khamenei
Nonostante questo, Ebrahim Raisi godeva dell’appoggio dei Pasdaran – che secondo Guolo vedevano in lui una figura di collegamento tra esercito e religione, senza un carisma che avrebbe potuto comportare un accentramento del potere nelle sue mani – ed era amico personale della Guida Suprema dell’Iran. Molto, certamente, dipenderà da quello che succederà da qui ai prossimi 50 giorni, nel corso dei quali si dovrà arrivare a delle elezioni per sostituire Ebrahim Raisi nelle quali si suppone che pochissimi cittadini dell’Iran si presenteranno alle urne, dimostrando interamente la debolezza di un regime che ormai fatica a convivere anche con se stesso.
In tutto questo, senza la figura certa dell’ex presidente, viene meno anche la successione alla Guida Suprema, perché i Pasdaran hanno – almeno attualmente e secondo delle indiscrezioni difficili da confermare – solamente tre alternative: Mohammad Ali Kermani, figura perfetta per il ruolo, ma ormai 82enne; Ali Reza Arafi, 68enne, ma mai presidente del Consiglio dei Guardiani, e Moshen Araki, anche lui 68enne e membro del Consiglio di discernimento. Nomi che, tuttavia, non riescono ad equiparare quello di Ebrahim Raisi, a tutti gli effetti uno degli ultimissimi membri di quella rivoluzione voluta da Khamenei e che l’ha portato al potere.