La morte di Evan Lo Piccolo, bambino vittima di violenze domestiche, è tornata a tenere banco nel corso della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di giovedì 16 settembre 2021. Ospite in studio il papà del bambino, Stefano, che aveva sporto denuncia per maltrattamenti contro suo figlio nei confronti di ignoti, allegando fotografie eloquenti, a detta dell’avvocato del genitore. “Ho lasciato mio figlio nel 2018-2019 con la madre (Letizia Spatola, ndr) – ha dichiarato l’uomo –. Mi avevano detto che il bambino stava bene, di stare tranquillo. Mediante mia sorella e mia madre, facevo videochiamate per capire come stesse Evan. L’ho lasciato quando aveva un anno, poi di persona non l’ho più visto. In quelle conversazioni a distanza, vedevo lividi, labbra spaccate. A un anno e cinque mesi non sapeva parlare e camminare…”.
Nell’arco temporale di un mese, Evan ha fatto tre ingressi al pronto soccorso e, come riferito nel corso del programma, quando il bambino era in punto di morte, la madre ha giustificato i lividi e i solchi sul collo del piccolo dicendo che se li era procurati da solo con il laccio del ciuccio e sbattendo tre giorni prima contro una porta. Addirittura, Stefano ha dichiarato di essere stato accoltellato alla giugulare dalla sua ex, ma non ha denunciato l’accaduto per paura di non vedere più suo figlio.
MORTE DI EVAN LO PICCOLO, PARLA IL PAPÀ STEFANO
In relazione al caso di Evan Lo Piccolo, l’avvocato di Stefano, padre del bambino, ha rivelato che a inizio ottobre inizierà il processo in Corte d’Assise. Sulla base della testimonianza del papà e dell’avvocato, si è appreso che nell’abitazione nella quale il piccolo risiedeva con la madre e il suo compagno, Salvatore, erano state installate delle cimici per le intercettazioni ambientali, che però sono state ascoltate solamente “quando il bambino non c’era già più”.
Eleonora Daniele ha lanciato un appello alla politica: “Serve una commissione d’inchiesta su quello che è successo a questo bambino, sui servizi sociali che non hanno fatto nulla, sui medici del pronto soccorso che in tre volte non hanno fatto niente. Questo papà e questa famiglia non vanno assolutamente lasciati soli in questa battaglia. Tutti sapevano!”.