Il caso della morte di Giacomo Sartori, tecnico informatico di 29 anni rinvenuto senza vita su una quercia nella mattinata di venerdì 24 settembre, è tornato a tenere banco nel corso della puntata odierna di “Storie Italiane”, su Rai Uno. Pochi giorni prima, a Milano, durante una serata in vineria con amici, aveva subìto il furto di uno zaino rosso, che conteneva un computer, forse due, oltre al telefonino aziendale (la cui sim sembra sia stata ritrovata insieme al portafoglio) e anche due mazzi di chiavi. Alle 23.30, riferiscono le persone che si trovavano con lui in quella sera tra il 17 e il 18 settembre, Giacomo avrebbe preso la sua automobile e alle 2.20 sarebbe arrivato nel luogo dove, una settimana dopo, è stato trovato privo di vita.

Giacomo era solo quella notte ed è uscito dal casello autostradale di Binasco senza pagare, in quanto non aveva soldi e non poteva pagare l’euro e venti di pedaggio. Si è recato in quella zona, situata a 31 chilometri da Milano e che lui non conosceva, forse per raggiungere qualcuno, forse seguendo l’applicazione del suo telefonino, che era riuscita a tracciare il suo telefonino aziendale.

MORTE GIACOMO SARTORI: COSA È SUCCESSO QUELLA NOTTE?

Peraltro, nel prosieguo della diretta di “Storie Italiane”, l’inviato Edoardo Lucarelli ha svelato che la troupe Rai ha subìto un furto di videocamere e strumentazione di lavoro proprio in quel luogo nei giorni scorsi. Gli inquirenti sono al lavoro per capire se vi sia una connessione tra quanto accaduto e il caso di Giacomo Sartori.

Le indagini si stanno concentrando, comunque, sull’ipotesi del cavallo di ritorno: “Tu mi dai 200 o 300 euro e io ti restituisco ciò che io ti ho rubato”. Come confermato dalle autorità al giornalista di Rai Uno, vi sono criminali che sono avvezzi a questa pratica illecita e potrebbero essere gli stessi che hanno sottratto lo zaino e, soprattutto, il computer aziendale di Sartori.