A Uno Mattina si è parlato stamane di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata senza vita 48 ore fa, dopo una recensione di un cliente che “accusava” il ristorante di aver mangiato vicino a disabili e gay.

In studio vi era Anna Maria Giannini, criminologo: “Essere messi alla gogna può costituire un fattore scatenante di un suicidio, casi di persone che si sono tolte la vita perchè non sopportavano l’onda di violenza via social, la persona si sente molto colpita anche se chi scrive in genere non le valuta queste conseguenze, è dietro ad uno schermo”. Maurizio Fiasco, sociologo, aggiunge: “Bisognerebbe regolare la tecnologia dei social perchè è uno spazio a supporto di una strategia commerciale. L’educazione è utile ma ancor più è fissare delle regole, la persona è sottoposta ad un marketing nuovo che sfrutta l’impulsività, è una tecnologia che non nasce per facilitare le relazioni ma il consumo e dentro questo consumo c’è anche la reputazione, una risorsa immateriale”.



MORTE GIOVANNA PEDRETTI, GLI ESPERTI: “INTERAZIONE PERVERSA E TERRIBILE”

E ancora: “C’è un’aspettativa che se frustrata può produrre reazioni emotive molto forti. I gruppi rinforzano ciò che già siamo, si crea una interazione perversa e terribile. Servono regole per gestire le piattaforme”. Anna Maria Giannini ha ripreso la parola parlando della vicenda di Giovanna Pedretti, dicendo: “Viene scaricata la propria frustrazione proiettandola sugli altri, sono cose sproporzionate, minacce, auguri di morte, una emozionalità negativa ed inoltre si sentono protetti perchè sono dietro allo schermo, quindi non immaginano le reazioni della vittima”.



Di nuovo Fiasco: “Il vero diventa la dimensione del falso, ciò che sembra vero è un’impostura e noi entriamo dentro questo sistema perchè il tempo è brevissimo, non c’è la meditazione che ci consente di censurare i nostri impulsi negativi”. Ma come si possono aiutare le persone vittime di attacchi? “Serve a volte un aiuto professionale, ma gli amici e le persone vicine dovrebbero aiutare a ridimensionare facendole capire che chi si deve vergognare è quello che ha scritto queste cose, chi è vittima non deve arrivare a gesti estremi”. Secondo Fiasco: “Bisogna tornare a rendere il tempo lento che consente l’elaborazione del se e della qualità della relazione con gli altri, oggi c’è un gioco infernale fatto di stimolo reazione e rinforzo”.