La vicenda di Giulia Di Sabatino di nuovo al centro dei servizi di Storie Italiane. La ragazza morì il 1 settembre del 2015 nei pressi di Tortoreto (in provincia di Teramo), e il suo decesso era stato classificato come suicidio dopo un volo da un cavalcavia. La famiglia non ha mai creduto a quella versione, e pensa invece che sia stata assassinata: “Dagli elementi emersi da 5 anni di indagini – le parole dell’avvocato della famiglia – siamo convinti che non si sia suicidata ma che è stata uccisa. L’indagine è stata archiviata ma stiamo preparando l’ennesima richiesta di apertura indagini, ci siamo dati da fare, abbiamo delle associazioni che ci stanno aiutando, stiamo ri-periziando il telefonino di Giulia (lasciato a casa quella sera ndr) con nuovi mezzi a disposizione, e forse sta emergendo qualcosa”. Sembra infatti che vi sarebbero alcuni accessi da terzi ai social della giovane, nonché migliaia di file cancellati.



Il papà, in collegamento con Storie Italiane, ha aggiunto: “Sono sei anni che combattiamo, ci stiamo battendo in tutte le maniere, stanno emergendo questi elementi che noi non capivamo. Sul cavalcavia c’è una relazione del ris di Roma che dice che non ci sono segni di arrampicamento, non hanno trovato ruggine sui vestiti. Non ci hanno mai dato risposte”.



MORTE GIULIA DI SABATINO: LE ANOMALIE INFORMATICHE

Così invece la consulente informatica della famiglia Di Sabatino: “Tante anomalie in questo caso, come ad esempio la sim del cellulare di Giulia era bloccata da un pin e mai sbloccata. Mai richiesto il tabulato telefonico, c’è un’altra scheda telefonica nel tablet. L’account email è stato alterato dopo la sua morte, ne ha modificato la password rendendolo inaccessibile. Dallo smartphone sono state recuperate 3000 foto cancellate e si sta cercando di capire quando sono state cancellate. Ci sono anche altre novità che riguardano le indagini che noi speriamo di rivelarvi presto”. La mamma conclude in lacrime: “Io sto male, sto per morire, voglio sapere cosa hanno fatto a mia figlia, questo è un horror. Forse è entrata in un giro che non ci siamo accorti, questo è in incubo”.

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