Resta ancora in piedi l’ipotesi di un possibile avvelenamento per intossicazione da metalli nell’ambito dell’inchiesta aperta per il presunto omicidio volontario di Imane Fadil, ma la novità del giorno è che il pm incaricato ha concesso una proroga di altri tre mesi agli esperti dell’Istituto di Medicina Legale di Milano per eseguire l’autopsia sulla salma della ex modella. Troppo “complesse” sono state ritenute le analisi, cominciate lo scorso 26 marzo, perché potessero dare dei risultati in un mese come era stato preventivato all’inizio: dunque a fine luglio si potrebbero avere delle novità in merito al decesso della Fadil (di cui i famigliari aspettano ancora il nulla osta per la restituzione della salma) ma non c’è solo quella dell’avvelenamento tra le ipotesi sul tavolo dato che, come si è saputo nei giorni scorsi, dal momento che erano state escluse tracce di radioattività nel suo corpo, si fa strada anche la possibilità che la donna sia morta per cause naturali a seguito di una rara forma di aplasia midollare fulminante. (agg. di R. G. Flore)
ANALISI TROPPO COMPLESSE
Serviranno altri tre mesi per capire com’è morta Imane Fadil, la modella marocchina di 34 anni testimone chiave nel processo Ruby Ter a carico di Silvio Berlusconi. Questo è infatti il lasso di tempo richiesto dal pool di consulenti guidato dall’anatomopatologa del Labanof della Statale Cristina Cattaneo, e concesso dalla Procura, per concludere gli esami e avere i risultati dell’autopsia sul corpo della ragazza morta il primo marzo all’ospedale Humanitas in circostanze non ancora chiarite. Lo riporta “La Repubblica”, sottolineando come al vaglio degli inquirenti per la morte della modella di origini marocchine, ricoverata un mese prima nella clinica di Rozzano, vi siano ancora l’avvelenamento per intossicazione da metalli (sospetto che la stessa vittima aveva confidato al fratello e all’avvocato e corroborato dal ritrovamento di una massiccia concentrazione di cadmio, antimonio e cromo) così come la morte naturale per una malattia fulminante (si ipotizza anche una forma rarissima di aplasia midollare).
IMANE FADIL, ESITI AUTOPSIA SLITTANO DI 90 GIORNI
Lo scorso 26 marzo, nell’istituto di Medicina legale di Milano, aveva avuto inizio l’autopsia sul cadavere di Imane Fadil disposta dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, titolari dell’inchiesta aperta con l’ipotesi di omicidio volontario. Come riportato da “La Repubblica”, in un primo momento gli inquirenti avevano concesso 30 giorni di tempo agli esperti per il deposito della relazione finale. Da quanto si è appreso, però, riuscire a venire a capo della vicenda è risultato più complesso del previsto: da qui la decisione di offrire una proroga di 90 giorni e di spostare il termine, inizialmente previsto per fine aprile, a fine luglio. Come sottolineato da “Il Giorno”, i primi accertamenti degli esperti avevano escluso la presenza di radioattività negli organi della modella, ma radiazioni erano state rilevate in analisi sulle urine e sul sangue. Viste le difficoltà delle analisi, i pm non hanno ancora dato il loro nulla osta alla restituzione della salma di Imane ai familiari per i funerali.